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Come creare un business plan: esempio pratico (2024)

Pubblicato: 21/09/2023, 11:18 am

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Perché creare un business plan?

Business plan: esempio in 6 punti, 1. mission o vision, 2. offerta e proposta di valore, 3. pubblico di riferimento e potenziali clienti, 4. flussi di ricavi, canali di vendita e di marketing, 5. organizzazione, fornitori e gestione delle attività, per concludere.

Un business plan è un documento utilizzato per definire obiettivi e strategie che consentano a un’attività di raggiungere il successo. Nell’articolo che segue forniremo un semplice esempio di business plan, che copre le indicazioni essenziali per l’avvio di una piccola impresa o di un’attività in proprio: se hai intenzione di dare vita a un progetto imprenditoriale, questo esempio può rappresentare un punto di partenza per sviluppare una pianificazione più completa.

La creazione del business plan è un processo essenziale per comprendere meglio costi, incarichi, opportunità di guadagno e quali modelli di business siano più remunerativi. Non sono solo gli imprenditori alle prime armi a dover sviluppare un business plan: si tratta di un’operazione preziosa per chiunque gestisca un’attività. Un business plan può essere strutturato secondo diversi gradi di complessità, dai più basilari ai piani più dettagliati, comprensivi di ricerche di mercato, costi e previsioni sui ricavi. Che tu sia un imprenditore in proprio o abbia lanciato una startup in cerca di finanziamenti, creare un business plan ben strutturato è un passo fondamentale per avviare un’impresa .

Un business plan completo dovrebbe comprendere sei elementi chiave, illustrati in questo esempio. Il livello di approfondimento richiesto dipende principalmente dalla scelta di avviare una piccola impresa o di ricorrere a un finanziamento da parte di un investitore. Le imprese finanziate da investitori, infatti, richiedono ricerche di mercato più approfondite e dettagli operativi e finanziari a sostegno del progetto.

Inizia il tuo business plan con un resoconto conciso che racchiuda la tua idea. Questa sezione deve rispondere in modo sintetico a cinque domande fondamentali. Le risposte saranno approfondite nelle sezioni successive del nostro esempio di business plan.

  • Di cosa si occupa la tua azienda? Vendi prodotti, servizi, informazioni o un insieme di queste cose?
  • Dove si svolge l’attività? La tua attività si svolge online, in negozio, tramite dispositivi mobili o in un luogo o ambiente specifico?
  • A chi si rivolge la tua attività? Qual è il mercato di riferimento della tua azienda e che caratteristiche ha il tuo cliente ideale?
  • Perché i potenziali clienti dovrebbero considerarla? Cosa dovrebbe spingere i tuoi clienti ideali a notare la tua attività?
  • In che modo i tuoi prodotti e/o servizi si distinguono da quelli della concorrenza? Cosa dovrebbe spingere i tuoi clienti ideali a scegliere la tua attività rispetto a quella di un concorrente?

Se hai difficoltà a fornire risposte a queste domande nella sintesi del tuo business plan, non preoccuparti. Man mano che lavorerai al piano, è molto probabile che scoprirai possibili risposte a queste domande, identificando nuove opportunità per la tua idea di business.

In questa sezione del business plan, dovrai illustrare la tua offerta commerciale. È inoltre il momento di definire la tua proposta di valore, spiegando perché la tua attività potrebbe risultare preziosa per dei potenziali clienti.

Lavorando a questa parte, potresti scoprire nuove opportunità di mercato che inizialmente non avevi considerato. Per esempio, una startup specializzata in prodotti senza glutine e chetogenici potrebbe ampliare la propria proposta di valore preparando dolci personalizzati per occasioni speciali adatti a diverse preferenze alimentari.

In questa sezione identificherai il tuo pubblico di riferimento, parlando dei problemi e delle esigenze specifiche a cui il tuo prodotto o servizio può fornire risposte. Questa fase è fondamentale per sviluppare una strategia di marketing e un’offerta di prodotti.

Per farlo in modo efficace, individua un problema che il tuo target si trova ad affrontare. Per esempio, la startup specializzata in cibi senza glutine e chetogenici può rivolgersi a persone attente alla salute e alla ricerca di questi prodotti. Tuttavia, è essenziale accertarsi di rivolgersi a una base di clienti sufficientemente ampia da poter sostenere l’attività, il che potrebbe significare che dovrai offrire una varietà di prodotti da forno tradizionali insieme quelli più particolari.

La nostra economia è trainata dalle tecnologie informatiche e grazie a internet oggi le startup possono contare su molte opportunità di guadagno e raggiungere un pubblico di riferimento sempre più variegato. In questo contesto, i flussi di ricavi e i canali di vendita divengono anche strumenti di marketing: la presente sezione è dedicata a tutti questi aspetti.

Flussi di ricavi

I flussi di ricavi corrispondono ai molti modi in cui è possibile generare guadagni con la propria attività. Nel tuo business plan, elenca le fonti di entrate al momento del lancio e indica eventuali idee che consentano di ampliare l’attività in futuro.

Ad esempio, il business plan della startup specializzata in prodotti gluten free potrebbe contemplare i seguenti flussi di ricavi:

  • Vendita di prodotti: online, in negozi pop-up, all’ingrosso e (in futuro) in negozio
  • Ricavi derivanti da campagne di affiliazione: monetizzazione dei post contenenti link di affiliazione pubblicati all’interno di un blog e/o sui profili social
  • Entrate derivanti dalle inserzioni pubblicitarie: annunci pubblicitari sul sito web
  • Vendite di ebook: (in futuro) pubblicazione di ebook di ricette di dessert senza glutine e compatibili con la dieta chetogenica
  • Ricavi ottenuti grazie ai video: (in futuro) monetizzazione di un canale YouTube con video informativi sulla realizzazione di dessert senza glutine e chetogenici
  • Webinar e corsi online: (in futuro) monetizzazione di webinar orientati al coaching e corsi online dedicati a consigli e tecniche di cottura
  • Contenuti riservati ai soci: (in futuro) monetizzazione di una sezione del sito web riservata ai soci e dedicata a contenuti speciali a integrazione dei webinar e dei corsi online
  • Franchising: (in futuro) vendere l’idea di aprire forni specializzati nella realizzazione di questi prodotti di nicchia a imprenditori di franchising.

Canali di vendita

I canali di vendita consentono di generare flussi di ricavi. Questa sezione risponde anche alla domanda “dove si svolge l’attività?” contenuta nel secondo punto della vision del progetto.

Ad esempio, nel business plan della startup specializzata in prodotti senza glutine potrebbero essere indicati i seguenti canali di vendita:

  • POS: un sistema di vendita per dispositivi mobili come Shopify o Square POS per la gestione delle vendite in mobilità in contesti quali mercati, eventi e fiere
  • Piattaforma ecommerce: un negozio online come Shopify , Square o WooCommerce per le vendite al dettaglio online e gli ordini di vendita all’ingrosso
  • Canali social: post e pin con pulsanti per l’acquisto su Facebook , Instagram o Pinterest, che consentano di vendere online attraverso i propri profili
  • Negozio: una sede fisica, quando l’attività sarà cresciuta al punto di consentirti di gestire un negozio.

Di seguito elenchiamo ulteriori canali che possono fungere da fonti di reddito:

  • Ricavi derivanti da campagne di affiliazione: sezione blog sul sito di ecommerce e partner affiliati
  • Entrate derivanti dalle inserzioni pubblicitarie: annunci pubblicitari sul sito di ecommerce
  • Vendite di ebook: vendite di ebook su Amazon tramite Kindle Direct Publishing
  • Ricavi ottenuti grazie ai video: canale YouTube con monetizzazione degli annunci pubblicitari
  • Webinar e corsi online: piattaforme dedicate a corsi online e webinar che consentano di gestire la creazione di account per gli iscritti e il caricamento e la riproduzione di contenuti registrati
  • Contenuti riservati ai soci: contenuti protetti da password tramite applicazioni per la creazione di community di utenti iscritti come MemberPress.

Canali di marketing

Spesso i canali di marketing e di vendita utilizzati dalle imprese presentano forti sovrapposizioni. I video e le piattaforme online come i social media, i siti web o i blog fungono sia da strumenti di marketing che da fonti di ricavi, risultando particolarmente utili per le startup e le imprese di piccole dimensioni.

Ad ogni modo, i canali pubblicitari tradizionali come la radio, la TV, le comunicazioni dirette per posta e la carta stampata hanno mantenuto il proprio valore per molte attività e, pertanto, devono essere presi in considerazione al momento della creazione di un piano di marketing e di un budget all’interno di un business plan.

In questa sezione del nostro esempio di business plan spieghiamo come indicare la struttura, le modalità di gestione dell’azienda ed eventuali certificazioni o permessi necessari per l’avvio dell’impresa.

La startup specializzata in prodotti senza glutine potrebbe elencare alcuni punti simili ai seguenti:

  • Struttura aziendale: definizione dell’organizzazione dell’attività
  • Permessi e certificazioni: licenza per il trattamento degli alimenti e per la produzione alimentare artigianale. In alternativa, affitto di una cucina commerciale in possesso dei requisiti necessari
  • Ruoli e responsabilità: imprenditore in proprio, tutti i ruoli e le responsabilità sono in capo al titolare
  • Attività quotidiane: procurarsi gli ingredienti e cucinare tre giorni a settimana per rispondere agli ordini. Riservare del tempo agli eventi di settore, ai mercati e agli ordini dei partner all’ingrosso, se necessario. Spedire a giorni alterni gli ordini effettuati online. Aggiornare il sito web e creare post social, sul blog e contenenti link di affiliazione nei giorni in cui non vengono effettuate le spedizioni.

L’ultimo passaggio nella stesura del business plan consiste nell’elencare i costi previsti per l’avvio e la gestione dell’attività, oltre che i ricavi attesi. Grazie a strumenti gratuiti come Square e alle opportunità di marketing offerte dai social media, è possibile lanciare una startup a costi molto contenuti.

In molti casi, il costo della merce, della spedizione e dell’imballaggio, delle autorizzazioni e licenze, e della stampa dei biglietti da visita sono le uniche spese da sostenere.

Sviluppare al meglio il business plan della propria attività è un passaggio fondamentale per chi si appresta a lanciare un’impresa, ma è altrettanto importante che la fase di pianificazione non si trasformi in un ostacolo per l’avvio dell’attività.

Tieni presente, inoltre, che un business plan non è mai un documento destinato ad assumere valore definitivo. I mercati, il pubblico e le tecnologie sono in costante evoluzione, così come gli obiettivi aziendali e le strategie sviluppate per raggiungerli. Considera il tuo business plan, quindi, come un documento dinamico, soggetto a revisioni periodiche, da ampliare e modificare in risposta alle opportunità di mercato e alla crescita della tua attività.

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Krista Fabregas è una professionista esperta nell'ambito dell'ecommerce e della redazione di contenuti online. Vanta oltre vent'anni di esperienza pratica, che mette al servizio di chi desidera lanciare e far crescere società di successo nel settore tecnologico. Tra le sue competenze rientrano l'avvio e lo sviluppo di attività di ecommerce, operazioni e logistica per le PMI, piattaforme per la creazione di siti web, sistemi di pagamento, marketing multicanale e redditi da attività collaterali e programmi di affiliazione. Krista ha conseguito la laurea in Lettere presso la University of Texas di Austin e ha ricoperto posizioni apicali presso la NASA, un'azienda Fortune 100 e diverse startup digitali.

Ginevra Consulting

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Le fasi di un business plan per la creazione di un documento efficace

Business plan: cos’è e come crearne uno efficace

Un business plan è uno strumento fondamentale per l’avvio e la gestione di qualsiasi attività imprenditoriale, poiché si tratta di un documento previsionale riassuntivo dell’intero progetto di business, che contiene al suo interno obiettivi, strategie e azioni necessarie per la nascita, la crescita e lo sviluppo di un’impresa. 

In questo articolo parleremo di tutte le fasi da seguire per la creazione di un business plan di valore, mettendo in evidenza le sezioni chiave da includere.

Se realizzato bene, infatti, il business plan è un documento esaustivo che racchiude ogni aspetto del business. Tuttavia non si tratta di un qualcosa di statico, poiché il mercato, le condizioni socio-economiche ed eventi che esulano dalla volontà dell’imprenditore possono determinare dei cambiamenti più o meno importanti.

Tutti questi aspetti rappresentano infatti variabili che possono influire, in modo diretto o indiretto, sulla nascita e la crescita di un business, motivo per cui il business plan è un documento che va revisionato e aggiornato ogni qual volta cambiano le dinamiche interne ed esterne al progetto. 

Scopri qui come fare un business plan che generi valore per la tua azienda!

Le fasi di un business plan: guida pronta all’uso! 

Abbiamo già detto che si tratta di un documento che analizza ed esplica ogni aspetto del business, per cui è necessario che venga suddiviso in capitoli, che non sono altro che delle fasi di sviluppo.

Definizione dell’executive summary

Si tratta della sezione introduttiva del business plan, che sintetizza tutte le informazioni chiave, inclusi gli obiettivi aziendali, la proposta di valore, le previsioni economico-finanziarie e le strategie chiave. Questa è la parte in cui è possibile fare storytelling, poiché deve essere breve ma al tempo stesso coinvolgente e in grado di catturare l’attenzione del lettore, che potrebbe essere anche un potenziale investitore. 

Esecuzione dell’analisi di mercato

La prima fase analitica del business plan inizia con l’analisi del mercato, che richiede uno studio approfondito per la comprensione del settore in cui si opera.

Questa sezione, infatti, dovrebbe includere una panoramica del mercato e della relativa dimensione, i trend attuali, la valutazione dei competitor, le opportunità di business che possono derivare dal mercato stesso e, infine, l’identificazione del target di riferimento, per comprendere le esigenze e come poterle soddisfare.

 Organizzazione e struttura aziendale

In questa parte del business plan viene inserita una panoramica dell’organizzazione, inclusi lo scopo, la missione, la visione e i valori che l’azienda intende abbracciare. Inoltre deve essere presente anche una descrizione approfondita della struttura aziendale, devono essere definite le competenze chiave dei membri del team e un’analisi delle risorse umane necessarie per il funzionamento dell’azienda. 

Definizione della proposta di valore 

La Value proposition , o proposta di valore, è ciò che differenzia un prodotto o servizio da quelli della concorrenza e fornisce un vantaggio distintivo ai clienti. Consiste nel comunicare in che modo il prodotto o servizio risolve i problemi dei clienti o soddisfa i loro bisogni in modo migliore rispetto agli altri posizionati sul mercato.

Devono essere quindi descritte nel dettaglio le caratteristiche dei prodotti o servizi offerti dall’azienda, oltre che i processi di produzione, il controllo qualità e l’eventuale proprietà intellettuale. 

Strategia di marketing e vendite

Questa sezione descrive le strategie di marketing e le operazioni commerciali che l’azienda intende adottare per promuovere i suoi prodotti o servizi. Per farlo è necessario delineare il posizionamento di mercato, definire le strategie di pricing da adottare, identificare le attività di promozione e pubblicità, nonché le politiche di distribuzione. 

L’obiettivo di tutto ciò è pianificare delle strategie efficaci per raggiungere il pubblico target e promuovere o rafforzare la brand awareness.  

Previsioni economico-finanziarie

La pianificazione finanziaria è un aspetto delicato dell’attività di business planning, poiché vengono effettuate le proiezioni finanziarie, inclusi il bilancio, il conto economico e il flusso di cassa. Si dovrebbero anche fornire informazioni sul capitale iniziale richiesto, le fonti di finanziamento, i margini di profitto previsti, le strategie per eventuali rischi finanziari e il piano d’azione per affrontarli.

Infine, come già detto all’inizio, è importante ricordare che un business plan non è un documento statico, ma dovrebbe essere periodicamente rivisto e aggiornato per riportare eventuali cambiamenti verificatisi nel mercato e o all’interno dell’azienda stessa. 

Creare un business plan ben strutturato e approfondito in ogni dettaglio favorisce lo sviluppo e il successo dell’impresa.  Un business plan chiaro permette di fornire una presentazione dell’azienda a potenziali partner e/o investitori che possono favorire lo sviluppo del business. 

In Ginevra Consulting è presente un team che si occupa dell’elaborazione di business plan di successo, grazie all’esperienza effettuata sul campo con realtà ormai avviate in differenti settori. 

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Come redigere un business plan: introduzione e guida alla redazione

Business Plan

Come deve essere il mio Business Plan? Quanto lungo deve essere? Ne ho veramente bisogno? Ogni quanto va aggiornato? Scopri come prepararti alla redazione.

Come redigere un business plan: intro e guida alla redazione

Il business plan è un documento fondamentale per ogni attività imprenditoriale, dalla più semplice e tradizionale alla più complessa e innovativa. Un documento che descrive l’idea d’impresa e il programma per la realizzazione dell’idea stessa. Semplificando possiamo dire che la definizione di business plan è: una descrizione del futuro di uno specifico business.

Il business plan ha molteplici funzioni e può essere di fondamentale aiuto, sia per chi lo redige che per chi lo legge, nello svolgere una serie di compiti strategici e gestionali. Può essere utile a imprenditori in cerca di investimenti per trasmettere la loro visione ai potenziali investitori. Può essere utilizzato da imprese che stanno cercando di attrarre dipendenti chiave (ad es. un marketing manager di una società importante, un direttore commerciale di rilievo, un capo officina specializzato o un cuoco rinomato), per la ricerca di nuovi partner commerciali, per trattare con i fornitori, ecc… Ma, la funzione più condivisa, centrale e spesso sottovalutata è quella gestionale : ovvero per comprendere come gestire al meglio l’attività.

In sintesi, il business plan trasmette gli obiettivi aziendali, le strategie che si metteranno in atto per raggiungerli, i potenziali ostacoli che potrebbero creare difficoltà e le vie possibili per risolverli, la struttura organizzativa dettagliata dell’attività, e, infine, il capitale necessario per finanziare l’impresa e i tempi necessari per arrivare a pareggio e cominciare a produrre profitto.

Leggi anche: Perché fare un business plan? 14 ottime ragioni firmate Tim Berry!

Quanto lungo deve essere il Business Plan?

Una delle prime perplessità che sorgono quando si comincia a redigere il primo business plan riguarda solitamente la lunghezza e la composizione del documento.

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Un business plan completo , ovvero la forma più complessa, è composto da almeno i seguenti 9 capitoli o sezioni:

  • Executive Summary
  • La descrizione dell’impresa
  • La descrizione ed illustrazione dei prodotti o servizi
  • L’analisi del settore
  • L’analisi di mercato
  • La strategia di marketing
  • La struttura del management
  • Il piano di realizzazione o piano operativo
  • L’analisi finanziaria: capitali necessari e informazioni finanziarie
Approfondisci su: Come fare un Business Plan? La Guida completa di Danea

La lunghezza del documento potrà variare da una singola pagina al centinaio nel caso di business molto complessi. Mediamente un business plan consisterà di 15 – 20 pagine, ma come anticipato, sono possibili ampie variazioni dalla norma.

Molto dipenderà, quindi, dalla natura del business e dallo scopo dello stesso. Se il business plan si riferisce ad una attività “semplice” (ad es. una cartoleria o un’attività artigianale di termo-idraulica) e l’obiettivo è puramente quello di gestione sarà possibile sintetizzare il tutto in 3-4 pagine. D’altra parte, se si sta progettando il lancio di un nuovo tipo di attività innovativa o addirittura una nuova industria o un business particolarmente complesso e l’obiettivo è quello di trovare finanziatori per diversi milioni di euro, il documento richiederà di certo una descrizione più ampia e dettagliata.

Chi ha bisogno di un business plan?

Ad oggi l’unica persona che non ha bisogno di un business plan è una persona che non conduce affari, mentre, qualunque attività in qualsiasi fase di vita, di qualsivoglia estensione che consumi risorse significative (denaro, energia o tempo) e che dovrebbe restituire un profitto, dovrebbe investire del tempo per elaborare il proprio piano.

Il business plan è solitamente il documento tipico che occupa mente e tempo dell’imprenditore in cerca di fondi per l’avvio di una nuova impresa. Molte grandi realtà hanno visto la loro nascita sulla carta prima ancora che si spendesse nemmeno un euro per il loro avvio. Il piano in questo caso è spesso utile per convincere gli investitori (siano questi privati, venture capitalist o banche) ad investire il capitale necessario per dare vita al progetto descritto nel business plan.

La maggior parte dei libri e delle guide sulla pianificazione aziendale sono spesso volti a questo tipo di situazione. Per le start up, la stesura del business plan, è poi fondamentale per analizzare, progettare e affinare al meglio l’idea di business comprendendone rischi e opportunita. Tuttavia, è un errore pensare che solo le nuove attività necessitino di un piano aziendale. Come già detto, il business plan è utile in tutte le fasi di vita dell’azienda, sia che lo scopo sia quello di reperire i fondi di partenza sia che si stia cercando di capire come investire un surplus di capitale.

Imprese già avviate

Un altro caso tipico, in cui si spende molto tempo per la produzione del business plan, sono le attività già avviate, che dopo alcuni anni di attività, si avvicinano ad una svolta nella crescita del business e hanno la necessità di analizzare e progettare i passi che porteranno l’attività a “scalare” ed espandersi. Un business plan in questa fase non solo permette la programmazione della gestione dell’esistente ma soprattutto una seria analisi e pianificazione della crescita.

Le imprese che si trovano in una fase intermedia e sono pronte a fare un passo importante possono inoltre avere anche la necessità di trovare finanziamenti per accellerare il processo . Nel caso di molteplici scopi può essere utile avere anche versioni differenti del piano a seconda dello scopo.

Ogni quanto aggiornare il Business Plan?

Non esiste una prassi in merito all’aggiornamento periodico del business plan, ma senza dubbio si possono individuare alcuni casi palesi che più di altri suggeriscono il momento per un aggiornamento.

  • L’aggiornamento forse più ricorrente è quello legato ai periodi finanziari . E’ fondamentale aggiornare il piano annuale allineandolo ai nuovi obiettivi e alle nuove risorse. Se il settore in cui si sta operando è in rapida evoluzione il piano potrebbe essere addirittura semestrale, trimestrale o mensile.
  • La necessità di reperire finanziamenti è un momento chiave per la redazione e aggiornamento del business plan. Istituti di credito e finanziatori necessitano e solitamente richiedono un piano aggiornato per prendere decisioni di finanziamento.
  • I cambiamenti di mercato significativi , ad es: un nuovo concorrente, un cambiamento nei gusti dei clienti, cambiamenti normativi, ecc… possono fortemente influenzare le sorti di una attività. Un aggiornamento del piano in questi casi permette di aggiornare la propria visione sul mercato e sulla realtà in cui si è immersi.
  • Quando si è in procinto di sviluppare un nuovo prodotto, tecnologia o servizio ; aggiornare il business plan non è una scelta, ma un dovere! Domandarsi come la novità influenza l’azienda, le sue attività, progetti e offerta è essenziale.
  • Altro momento topico è in concomitanza con i cambiamenti di gestione . Nuovi manager o soci dovrebbero ottenere informazioni quanto più aggiornate su azienda e obiettivi.
  • Infine, sembrerà banale, ma rifare il business plan nel momento in cui questo non rispecchia più la realtà è una delle condizioni più sottovalutate dalle aziende.

Quindi, qual è il business plan più adatto a me?

I business plan condividono molti elementi in comune e alcuni obiettivi. Ma come già detto i piani aziendali non sono tutti uguali e a seconda dell’attività in oggetto e lo scopo del piano potrebbe essere necessario scegliere una tipologia di business plan piuttosto che un’altra.

La scelta del tipo di piano è molto simile a quella di un abito, ogni occasione ne richiede uno specifico. Il piano può fortemente variare nella lunghezza, nell’aspetto, nella profondità dei dettagli e il punto di vista o gli accenti posti sulle vari dettagli.

Esistono grosso modo tre tipi distinti di business plan:

  • Miniplan: solitamente corto e asciutto.
  • Piani di lavoro: tipicamente più voluminosi e dettagliati.
  • Piani di presentazione: il business plan tipicamente utilizzato per essere esposto a potenziali finanziatori, partner, collaboratori, stakeholder, ecc…
Leggi anche: Esempio di Business Plan:  come farlo in modo semplice

Il Miniplan

Il mini business plan è solitamente molto sintetico, può raggiungere al massimo una decina di pagine e include di base almeno: l’idea e la descrizione del business, le esigenze di finanziamento, il piano di marketing e il piano operativo (di realizzazione). Molto utile può essere la scelta di prevedere degli approfondimenti sulla gestione dei flussi di cassa in entrata e uscita e quindi sulla liquidità aziendale, e la proiezione di bilancio.

Senza dubbio il miniplan è perfetto per analizzare rapidamente un’idea di business o per misurare l’interesse di un potenziale partner o investitore minore. Può essere utile anche come introduzione o preludio ad un business plan completo che in una fase preliminare può risultare eccessivamente oneroso sia nella produzione che nella lettura.

Leggi anche: Come fare un Business plan per una piccola media impresa

Il piano di lavoro

Il cosidetto “working plan” è lo strumento tipico per la gestione di un’impresa. Solitamente questa tipologia di business plan è particolarmente voluminosa e può, nei casi più complessi, raggiungere le diverse decine di pagine.

Il working plan è ad uso principalmente interno , deve andare in profondità senza tralasciare dettagli, ma l’esposizione deve saper essere asciutta e diretta. Può risultare quindi funzionale esporre ogni argomento in modo sintetico anche se completo, rimandando per ogni sezione ad allegati e capitoli di approfondimento creando un documento completo, approfondito ma agilmente consultabile.

Il piano di lavoro solitamente non necessita di particolari fronzoli estetici o espositivi , anzi. E’ un documento gestionale creato per l’impresa stessa, è come la cazzuola del muratore o il furgone per il vettore, non è stato creato per fare bella mostra di sè, ma per essere usato!

Il Piano per la presentazione

Se si prende il piano di lavoro, lo ripulisce dai tecnicismi e dall’approccio informale, e lo si completa dandogli un taglio maggiormente business nel linguaggio usato e nell’esposizione avremo un perfetto business plan ideale per la presentazione della propria azienda a banchieri, investitori o simili.

Nella stesura di questo tipo di piano è quindi necessario tenere a mente che i destinatari non avranno familiarità con le operazioni o con i prodotti specifici, ma sicuramente avranno una grande familiarità con la parte gestionale, economica e finanziaria. Per convincere l’interlocutore serve quindi parlare la sua lingua in modo da abbattere ogni possibile barriera comunicazionale.

Chiaramente il piano di lavoro è molto legato alle attività più pratiche dell’impresa e il piano per una presentazione richiede quindi delle integrazioni. Sarà quindi ad esempio necessario inserire un’analisi completa, onesta e rigorosa di minacce competitive e rischi, seguita da potenziali soluzioni.

E’ importante ricordare che questo business plan è ideato appositamente per convincere e catturare l’attenzione. Fondamentale è quindi non solo la cura maniacale dei contenuti, ma anche della forma e della presentazione.

Leggi anche l’articolo sul passaggio generazionale

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Come scrivere un business plan vincente: guida completa con esempi (2024)

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Hai un'idea imprenditoriale, una grande idea, ma non sai da dove cominciare per realizzarla. Ebbene te lo dico io: dalla scrittura di un business plan completo e dettagliato

Senza un piano, ti ritroverai a prendere continuamente decisioni improvvisate per la tua azienda e per te stesso. E potresti sprecare anni e i risparmi di una vita in un progetto che ha poche possibilità di successo.  

Perciò, anche se la tua idea è grandiosa, hai bisogno di un piano strategico che ti aiuti a far crescere la tua azienda nel modo corretto. E devi averlo ora ! Perché non passerà molto tempo prima che i tuoi concorrenti utilizzino le loro risorse per superarti in intelligenza e rubarti l'idea.

Non ti preoccupare... Con il mio aiuto, sarai in grado di redigere un business plan vincente e iniziare l'attività con il piede giusto .

Imparerai a presentare un business plan vincente a investitori e banche per ottenere i finanziamenti necessari alla tua nuova impresa, a identificare il tuo cliente target, a costruire il tuo Brand e a costruire relazioni con i tuoi potenziali clienti.

Sarai in grado di creare una strategia chiara e una road map per la tua azienda , che potrai seguire e trasformare in realtà con la certezza di essere sempre sulla strada giusta per raggiungere i tuoi obiettivi.

Sei pronto per iniziare a pensare come un imprenditore di successo e costruire un'azienda che resista alla prova del tempo?

Cosa è un Business Plan

business plan cover

Un buon business plan è, per definizione, un documento che serve come guida o tabella di marcia per qualsiasi imprenditore. Si tratta di un progetto di business che fornisce una  roadmap di dove andrete in futuro, passo dopo passo

E' assolutamente fondamentale nelle prima fasi di vita di una startup

Raccoglie sia informazioni generali sia proiezioni finanziarie utili per aiutarti a identificare le risorse e gli strumenti necessari per arrivare alla destinazione.

Il business plan è la tua guida all'azione, che ti aiuta a raggiungere i tuoi obiettivi, ed è fondamentale sia per una nuova attività, sia per una già consolidata. Il suo scopo è quello di creare una visione per il tuo business che sia realistica e ispiratrice .

A proposito se vuoi approfondire questo tema ti consiglio di scaricare la mia GUIDA GRATUITA

A cosa serve e perché è importante

Un business plan serve a progettare il tuo business e a creare un piano d'azione per il suo futuro. Senza di esso non puoi capire se stai facendo progressi o meno. Senza un quadro accurato della tua azienda e del settore in cui operi, non puoi prendere decisioni informate e avere successo. 

Soprattutto senza questa pianificazione non potrai

  • Eseguire una strategia di marketing realistica.
  • Pianificare la crescita in ognuna delle fasi dell'attività d'impresa
  • Avere un'idea chiara dei rischi e delle minacce alle quali andrai incontro esponendoti sul mercato, grazie ad una analisi SWOT
  • individuare correttamente i propri punti di forza e di debolezza e impostare una strategia di crescita
  • riconoscere e cogliere le opportunità che troverai lungo il percorso
  • pianificare le scelte strategiche aziendali
  • capire come raggiungere gli obiettivi prefissati
  • individuare i fattori critici per il successo aziendale
  • raggiungere la quota di mercato prefissata
  • Capire quali saranno i numeri dell'attività nei primi mesi di vita e di conseguenza avere una previsione finanziaria adatta a farti sopravvivere nei primi periodi, quelli più duri.

Secondo una statistica del Journal of Management Study , le aziende che producono un business plan crescono:

  • il 30% in più di quelle che non lo fanno
  • il 71% più velocemente

Chi è l'esperto che realizza business plan?

Una domanda che ricevo molto spesso è: Chi mi può aiutare a redigere un business plan? A chi mi rivolgo per prepararlo?

Spendiamo due parole per introdurre un concetto fondamentale. C'è una sola persona che può e deve realizzare il piano progettuale per la sua azienda: l'imprenditore che la vuole avviare .

E' l'imprenditore infatti a dover conoscere alla perfezione i numeri e le caratteristiche del suo mercato target, se vuole sperare di avere successo.

Ovviamente, non deve necessariamente fare tutto da solo. L'imprenditore può infatti avvalersi di professionisti specializzati o di esperti di marketing che possano aiutarlo a redigere un modello di business plan esemplare.

Per esempio io posso sicuramente aiutarti. Ma prima devi capire come lavoro e per farlo puoi accedere alle RISORSE GRATUITE

business plan chi lo fa

Come sviluppare un business plan

Questo documento è composto da una serie più o meno lunga di contenuti, a seconda dell'obiettivo che intendi perseguire. Tuttavia, nella maggior dei casi troverai sempre un certo filo conduttore, che parte dall'analisi della tua idea imprenditoriale, procede esaminando il mercato di riferimento in cui vuoi operare e poi approfondisce le strategie di marketing e di produzione.

Vediamo come impostare un buon lavoro passo dopo passo

Tipicamente il business plan comincia con l'indice, una breve lista di tutti i punti che saranno trattati nel seguito. E' la prima cosa che viene letta, ma l'ultima che viene scritta.

Perciò assicurati di compilarlo solamente dopo aver redatto tutti i passi seguenti

2 - Executive summary

L'executive summary è un riassunto breve, tipicamente di una pagina, dell'intero documento, e come tale, è scritto per ultimo, insieme al sommario. 

Lo scopo del riassunto esecutivo è di fornire una rapida panoramica del piano di business . Dovrebbe essere una panoramica chiara e concisa dove dici al tuo lettore perché stai scrivendo questo documento - lo scopo dell'analisi e gli obiettivi della futura azienda.

L'executive summary dovrà quindi contenere una breve panoramica: 

  • del fondatore e delle sue esperienze precedenti
  • dell'idea dell'azienda
  • dell'idea d' impresa
  • del settore
  • degli obiettivi aziendali
  • di eventuali finanziamenti
  • delle linee guida di sviluppo
  • di eventuali figure professionali esterne
  • della concorrenza e di come vogliamo differenziarci da essa
  • I principali punti di forza e debolezza dell'azienda
  • Le principali opportunità dell'azienda
  • Una breve panoramica del team di gestione
  • Alcune stime prudenziali che facciano comprendere a quali numeri di fatturato e utili può arrivare

executive summary business plan

L'executive summary è la prima ed ultima opportunità che avrai per impressionare il lettore . Infatti se non riuscirai a catturare l'attenzione dell'investitore in una pagina, di sicuro non leggerà tutto il documento.

Quindi assicurati di pianificare correttamente il suo contenuto

3 - Descrizione dell'impresa

Questa sezione descrive la tua azienda in dettaglio e viene a volte chiamata "concetto di business".  Dovrebbe includere tutto ciò di cui hai bisogno per convincere il lettore che la tua idea di business avrà successo.

È importante che tu descriva il business, il mercato, la concorrenza e la tecnologia che c'è dietro, in un modo che sia comprensibile sia per le persone tecniche che per quelle non tecniche.

La cosa migliore è usare i classici concetti di mission e vision, così che in poche parole sia possibile capire quale è la missione aziendale .

Hai anche bisogno di spiegare perché la gente vorrà usare il tuo prodotto o servizio. Questo può avvenire evidenziando i tuoi vantaggi competitivi rispetto ai tuoi concorrenti.

Puoi continuare spiegando i tuoi obiettivi di breve, medio e lungo termine e perché volete raggiungere proprio quelli.

È importante non promettere troppo. Sarà facile eccitarsi troppo e fare troppe promesse quando si è entusiasti della propria idea di business. Ma ricorda che il business plan non serve a capire co esattezza quanti soldi farai se avrai successo... bensì a quanto soldi perderai se fallirai.

4 - Descrizione del prodotto o servizio

Questa parte è quella in cui descrivi il contenuto della tua idea imprenditoriale .

È la parte più importante del piano e dovrebbe occupare la maggior parte dello spazio del documento. Dovresti iniziare con una breve introduzione e dare alcune informazioni sul tuo prodotto o servizio. L'introduzione dovrebbe essere breve, chiara e dritta al punto.

Dovresti anche includere i benefici per il consumatore indicando:

  • come il tuo prodotto aiuterà i tuoi potenziali clienti?
  • Che problema risolve o che desiderio soddisfa?
  • È davvero unico?
  • Come funziona?
  • Quanto costerà?
  • Qual è la concorrenza? Quali sono i loro prodotti/servizi? Come saranno diversi dai tuoi?

Dovrai elencare le caratteristiche tecniche del prodotto ma anche i singoli benefici che ognuna di queste caratteristiche produrrà nella vita del tuo cliente.

Assicurati di inserire schemi, grafici e dettagli visivi o multimediali che consentano al lettore di capire senza avere dubbi.

5 - L'analisi di mercato

In questa sezione si entra nella parte dell'analisi di mercato, dove si analizza il mercato di riferimento per il tuo prodotto e come esso evolverà in futuro. Questa indagine è in assoluto la parte più importante nella progettazione di un business.

E' come la diagnosi di un dottore, che voglia poi elaborare una cura. O come il sopralluogo di un ingegnere civile, che debba stabilire se è possibile costruire in una certa zona.

L'analisi di mercato è a sua volta composta di varie fasi, che puoi trovare esplicitate in questa lunga guida alle analisi di mercato

analisi di mercato

L'analisi del settore

In particolare l' analisi di settore prende in esame il mercato nel quale competi, al fine di individuarne caratteristiche, dimensioni e tendenze:

  • Qual è l'attuale situazione dell'industria?
  • Perché si trova nello stato in cui si trova oggi?
  • Sta crescendo o diminuendo?
  • Quali nuove tecnologie sono state sviluppate?
  • Quali sono i rischi potenziali per il suo business?
  • Quali sono le tendenze del mercato ?
  • Quali sono le principali sfide per il tuo business?

Dovrai descrivere come la tua azienda si inserisce nella struttura attuale del settore e in che modo intende muoversi al suo interno

Analisi competitiva

L'analisi competitiva, detta anche analisi della concorrenza , è quella parte dell'analisi di mercato (a sua volta parte del business plan) che dovrebbe aiutarti a identificare i concorrenti più importanti per il tuo prodotto o servizio.

Dovrebbe essere un'opportunità per te di confrontare i punti di forza e di debolezza della tua azienda con quelli dei vostri concorrenti . In questa sezione, dovrete descrivere:

  • Chi sono i tuoi competitor ?
  • Quali sono le loro quote di mercato?
  • come il vostro prodotto o servizio differisce da quello dei vostri concorrenti?
  • Quale dei vostri concorrenti cercherete di battere?
  • Con quale dei suoi concorrenti non intendete competere?
  • Qual è il vostro vantaggio competitivo ?
  • Quali sono i loro piani a breve, medio e lungo termine ?
  • Quali sono i loro punti di forza e di debolezza?
  • Hanno una forte immagine di marca?
  • Quali sono i loro piani di crescita?
  • Hanno un piano di espansione?

Questa sezione ti aiuterà a capire cosa rende il tuo prodotto o servizio diverso dai tuoi concorrenti. Potrai evidenziare le tue caratteristiche distintive e puntare sui fattori di successo della tua azienda. Perché come forse sai, il tuo prodotto non deve essere migliore di quello dei concorrenti, ma unico rispetto agli altri. 

O almeno questo è ciò che dovrai comunicare

Identifica i tuoi clienti

Questa è la parte più importante del business plan. Infatti se non sai chi vuoi aiutare tutto il resto è inutile. Dovrai fare quanto segue: eseguire ricerche di mercato approfondite per descrivere chi è il tuo cliente ideale sulla base di caratteristiche demografiche e psicografiche:

  • il suo reddito
  • il suo sesso
  • la sua etnia
  • il suo livello di istruzione
  • la sua posizione professionale
  • i suoi interessi
  • e così via...

Qui trovi articoli che descrivono come trovare i tuoi clienti target e la tua nicchia di mercato

analisi target

Descrivi come compreranno il tuo prodotto o servizio e quanto lo pagheranno .

  • Cosa si aspettano da te?
  • Cosa li spinge a comprare il tuo prodotto o servizio?
  • Quali sono le ragioni per cui non comprano il tuo prodotto o servizio?
  • Come attirerai i potenziali clienti?
  • Come li convincerai a comprare da te?

Rispondere a tutte queste domande è fondamentale per individuare i tuoi clienti ideali, quelli che vuoi colpire con i tuoi messaggi di marketing e trasformare in clienti affezionati, pronti a parlare bene di te e della tua azienda.

La strategia di marketing

Questa sezione sarà usata per descrivere la vostra strategia di marketing , con cui volete avvicinare a voi i vostri potenziali clienti e convincerli della bontà della vostra soluzione. Dovrete spiegare:

  • quale sarà la vostra proposta di vendita unica?
  • quali media userete per pubblicizzare il vostro prodotto o servizio.
  • Di che tipo di budget pubblicitario avrete bisogno
  • Quale sarà il vostro approccio alla pubblicità
  • Qual è il vostro budget per le strategie di email marketing, per le PR e altre forme di relazioni pubbliche
  • Quali sono gli obiettivi a lungo termine di fidelizzazione dei clienti
  • Quali saranno i margini di profitto

Nel business plan la strategia di marketing è chiamata anche " Piano di marketing " Le parti principali della strategia di marketing contemplano il piano dei media, la promozione, la pubblicità, le pubbliche, le strategie di acquisizione dei clienti e altre strategie di marketing utili per far si che l'azienda possa vendere con profitto ed aumentare la sua notorietà

6 - Il piano operativo

Dopo aver esaminato le parti relative al marketing viene il momento del piano operativo: la sezione del business plan dove scriverai come hai intenzione di muoverti . Esso è un ipotetico esempio di piano di realizzazione. 

La prima parte del piano operativo dovrebbe essere dedicata al riassunto della tua previsione finanziaria , che è un riassunto del tuo conto economico e della tua proiezione del flusso di cassa (lo vedremo più avanti). Dovrai anche descrivere la quantità di denaro che ti aspetti di spendere nei prossimi tre anni.

La seconda parte dovrebbe essere dedicata a spiegare l 'organigramma della società : chi fa cosa e quali responsabilità avrà ogni mansione. 

La terza parte dovrebbe contenere i dettagli del piano operativo : cosa farà la vostra azienda e quando lo farà.

Le parti successive potranno riguardare il lancio di nuovi prodotti , la produzione (o l'erogazione dei servizi) e il servizio di assistenza post vendita.

piano operativo business plan

Ecco alcune domande su cui riflettere

La struttura organizzativa

  • Chi sono i tuoi dipendenti?
  • Che tipo di istruzione avranno?
  • Quali competenze tecniche dovranno avere?
  • quali sono le competenze chiave e i dipendenti chiave senza i quali l'azienda non può funzionare?
  • Lavoreranno per la vostra azienda?
  • Se sì, dove lavoreranno?
  • Quanto tempo dedicheranno alla tua azienda?
  • Come recluterai e addestrerai i nuovi impiegati?
  • Quale sarà il piano di assunzioni?
  • Come li gestirai?
  • Come li motiverai?
  • Come supervisionerai le loro attività?
  • Come monitorerai le loro prestazioni?
  • Chi avrà la responsabilità del piano di gestione?

struttura organizzativa

  • Come sarà il tuo processo di produzione?
  • Di quali macchinari avrai bisogno?
  • Chi ti fornirà le materie prime?
  • Quali saranno i processi produttivi?
  • Dove saranno fabbricati i tuoi prodotti?
  • Quali assicurazioni è bene possedere in caso di rischi?
  • Quali sono i limiti di produzione sotto i quali non puoi scendere per non incrinare il tuo piano dei costi?
  • Quali cambiamenti tecnologici puoi sfruttare per distinguerti?
  • Dove troverati i fondi necessari ad acquistare i macchinari?

Distribuzione

  • Come saranno distribuiti i tuoi prodotti?
  • Cosa farete con la vostra capacità in eccesso?
  • Come saranno confezionati i tuoi prodotti?
  • Venderai i tuoi prodotti attraverso distributori?
  • Avrai spazio espositivo nei punti vendita? 
  • Venderai i tuoi prodotti per corrispondenza?
  • Userai la vendita porta a porta?
  • Userai la vendita diretta?
  • Venderai i tuoi prodotti su Internet?

Assistenza post-vendita

  • Come gestirai il servizio clienti?
  • Cosa farai se c'è un problema con uno dei tuoi prodotti o servizi?
  • Cosa farai se i tuoi clienti hanno problemi?
  • Quali saranno i tuoi orari di lavoro?
  • Quali saranno i tuoi prezzi?
  • Che tipo di sconti farai?
  • Che tipo di resi e garanzie offrirai?
  • Quale sarà la tua politica di garanzia della qualità?

7 - Piano finanziario

Il piano finanziario è la parte conclusiva del Business Plan. Al suo interno creerete il rendiconto finanziario necessario a prevedere il futuro dell'azienda.

Il bilancio preventivo è il documento di previsione finanziaria più importante e va sempre considerato. Mostra quello che ti aspetti di spendere nel periodo (di solito un anno), e quello che ti aspetti di ricevere .

Questo vi aiuterà a sapere se il vostro piano è fattibile e dovrebbe indicare le entrate che prevedete, i costi che saranno sostenuti, il vostro margine di profitto, il debito e il debito finanziario. 

Il bilancio è a sua volta diviso in tre diversi documenti: il conto economico, lo stato patrimoniale e il flusso di cassa

piano finanziario

Conto economico

Il conto economico, o conto profitti e perdite, è un modo di presentare le prestazioni finanziarie della vostra azienda. Mostra quanti soldi la vostra azienda ha fatto (entrate) e quanto ha speso (costi).

Il profitto è la differenza tra le entrate e i costi. Il margine operativo mostra quanto efficiente sia la vostra azienda nel fare soldi

Le cose che dovrete considerare nel conto economico sono: 

  • Vendite : Quanto stimate di vendere nel periodo (tipicamente un anno). Se non lo sai, chiedi ai tuoi clienti o potenziali clienti.
  • Costo del venduto : Quanto costerà fare i prodotti? Includere la produzione, il trasporto, i materiali, l'assicurazione, i salari, l'affitto, costi di gestione ecc.
  • Margine lordo : Quanto è il profitto lordo (vendite - costo delle merci vendute)
  • Spese operative : Le spese che sono state necessarie per realizzare i tuoi prodotti. Queste includono salari, affitto, marketing, pubblicità, ecc.
  • Profitto : La differenza tra le entrate totali e i costi totali. La tua azienda ha un margine di profitto se il margine è superiore a zero.
  • Debito finanziario : La quantità di denaro che devi ai creditori. Quanti debiti hai? Includi i debiti ipotecari, i prestiti dalle banche e dalle istituzioni finanziarie, ecc.
  • Inventari : Quante scorte hai? Questa è una parte molto importante della previsione finanziaria. Se avete molte scorte, potreste aver bisogno di considerare come ridurre la quantità di scorte.
  • Tasse : Quante tasse dovrai pagare? Includere l'imposta sul reddito, l'imposta sulle società e l'imposta sulle vendite.

Stato patrimoniale

Lo stato patrimoniale nel business plan mostra gli investimenti (attività) e le fonti di finanziamento (passività e capitale netto) rispetto una certa data. E' importante capire che un bilancio è un'istantanea nel tempo. Di conseguenza, il totale delle attività e delle passività sul bilancio cambierà continuamente.

Il bilancio è un modo per organizzare le informazioni finanziarie di un'impresa e presentarle al mondo esterno.

Flusso di cassa

Un bilancio senza flussi di cassa (detto anche cash flow) non ha senso. Il rendiconto finanziario mostra la capacità della vostra azienda di generare liquidit à. Sarà il documento più importante della tua previsione finanziaria.

Il flusso di cassa dovrebbe riflettere la performance della vostra azienda entro il prossimo anno. Mostra quanto denaro avrete a disposizione nel periodo.

  • Entrate : Quanti soldi ti aspetti di ricevere dai tuoi clienti.
  • Spese : Quanti soldi spenderai in manodopera, materiali, affitto, assicurazione, etc. Deprezzamento e ammortamento: Quanto costerà mantenere i tuoi beni in buona forma. Pagamenti degli interessi: Quanti interessi pagherai sui prestiti? Quali saranno le uscite finanziarie e come le potra ripianare?
  • Tasse : Quante tasse dovrai pagare?

Ricorda che questa è solo una stima, non un numero preciso. Tuttavia il flusso di cassa mostra quanti soldi avrete a disposizione per investire nell'azienda e anche quanto denaro la vostra azienda genererà dalle sue operazioni.

Business plan esempio PDF

Molto bene, se sei arrivato fino a questo punto avrai sicuramente capito quante informazioni è necessario raccogliere e organizzare per creare un piano di business che sia davvero di grande aiuto per e per i tuoi piani futuri.

C'è un'altra cosa però che voglio dirti: non devi necessariamente essere fiscale.

Nonostante la struttura che ti ho presentato sia valida, completa, esauriente ed utile nella maggior parte dei mercati, è pur vero che non esistono regole scritte nella pietra.

Infatti troverai spesso esempi di business plan anche molto diversi tra di loro, a seconda del settore di mercato, del modello di business e dell'organizzazione che prepara (o che esaminerà) il business plan.

Per questo motivo ho pensato di mostrati alcuni esempi di business plan in pdf, he puoi scaricare ed esaminare alla luce di quanto ti ho presentato nell'articolo.

Esempio Business Plan 1 - Ristorante per famiglie

Esempio Business Plan 2 - SPA, Relax e Massaggi

Esempio Business Plan 3 - Maglificio

Domande sulla redazione di un business plan

redigere business plan e una cosa lunga

Quanto tempo ci vuole per fare un business plan?

Dipende dal tuo business e dalla quantità di dettagli che vuoi includere. La maggior parte delle persone crea un piano in pochi giorni, o al massimo in poche settimane, anche se può richiedere più tempo se si vuole entrare in molti dettagli. In linea di massima, più il progetto è dettagliato maggiori saranno le probabilità di fare bene e avere successo.

Come concludere un business plan?

Puoi concludere il tuo piano di battaglia in molti modi. La conclusione tipica è riassumere le idee più importanti in poche righe. È tipico concludere con il team di gestione, cosa farete quando sarete in affari.

Quante pagine dovrebbe essere lungo un business plan?

Indicativamente la lunghezza giusta è di 30-50 pagine, compresi i dati finanziari. Ma può essere più o meno. Ciò che è importante è il contenuto, non la lunghezza. Ricorda di scrivere una eccellente Executive Summary, che sia avvincente ed interessante. Altrimenti non importa quando lungo o corto sia il tuo documento, se non cattura l'attenzione del lettore non verrà visto da nessuno!

Quanto costa un busines plan?

Quanto costa scrivere un business plan? Questa è una delle domande più frequenti poste dagli imprenditori. La risposta non è molto semplice. Il costo per redigere la documentazione varia a seconda dei seguenti fattori:

  • Il tipo e la dimensione dell'impresa
  • La complessità dell'idea di business
  • Il formato e lo stile grafico
  • La disponibilità del documento di origine
  • Il numero di revisioni e modifiche
  • La complessità del modello finanziario
  • Il livello di profondità

Conclusione

In conclusione, ci sono molte cose da considerare quando si crea un business plan. Dovresti pensare a cosa farà la tua azienda e quando lo farà. Questo documento ti guiderà nella definizione degli obiettivi e nel prendere decisioni ed in ultima analisi a evitare errori che possono minare il tuo successo.

Se vuoi andare più a fondo o capire il mio metodo, accedi alle mie RISORSE GRATUITE

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Sull'Autore

Ing. Luca Manitto

Ingegnere, Imprenditore Digitale e Consulente Marketing Vivo a Genova, ho 40 anni e sono papà diun bimbo di 4 anni Nel lavoro aiuto aziende e professionisti a creare la loro azienda online. Nella vita mi interesso di politica ed economia. Nel tempo libero medito e faccio sport

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Creare un Business Plan: Le fasi

Per creare un business plan servono più fasi.

Creare un Business Plan non è certo cosa da poco. Bisogna seguire diligentemente e con la massima attenzione tutta una serie di fasi per riuscire ad ottenere il risultato sperato. Per capire questa affermazione però dobbiamo prima sapere cosa sia effettivamente un Business Plan e a cosa serva. Una volta compreso ciò potremo avventurarci nelle fasi della sua costruzione.

Business Plan: cos’è

Di Business Plan ne abbiamo già parlato altre volte e sappiamo quindi che viene generalmente inteso come quello strumento che viene in aiuto a chiunque decida di mettere in pratica un’idea imprenditoriale, valutandone la fattibilità economico-finanziaria. In altre parole è un documento che permette di valutare se tale idea imprenditoriale può funzionare o meno. Questo documento ovviamente presenta delle caratteristiche e peculiarità che lo distinguono dall’altro documento ben conosciuto come Business Model (per un maggior approfondimento al riguardo si veda il nostro articolo dedicato cliccando qui ).

Business Plan: a cosa serve

Oltre alle due finalità generali che la dottrina in materia attribuisce al Business Plan ( quella interna – di guida alla pianificazione strategica e alla gestione aziendale – e quella esterna – di comunicazione -) ve ne sono anche altre, altrettanto importanti quanto più sottili da comprendere. Una di queste è sicuramente la finalità di monitoraggio monitoraggio, supporto e implementazione anche ai fini della previsione di una possibile crisi aziendale. Il regolare aggiornamento del Business Plan fa infatti sì che questo documento risulti in un report di monitoraggio continuo della situazione andamentale dell’azienda in tutte le sue dimensioni: reddituale, patrimoniale e finanziaria, le stesse dimensioni che vanno tenute costantemente d’occhio se si vuol provare ad evitare e/o saper gestire il possibile insorgere di una qualsiasi crisi aziendale. Analizzando e tenendo sotto controllo tutti gli aspetti del Business Plan, quindi, e ammesso di basarsi su dati ragionevolmente validi, è possibile monitorare costantemente le tre dimensioni aziendali ed elaborare svariate previsioni future preparandosi così per tempo al possibile presentarsi di situazioni d’allarme (per un maggior approfondimento si legga qui ).

Le fasi del Business Plan

Una volta compreso l’insieme di finalità proprie di questo documento è evidente come la sua redazione debba essere il più possibile precisa e calibrata al modello aziendale. Anche in questo caso la dottrina elenca esattamente 9 fasi essenziali affinché questo documento produca i risultati sperati e realizzi quindi tutti i suoi scopi permettendo all’azienda di portare avanti il suo operato in modo sicuro e profittevole. Le fasi in questione sono:

  • Executive Summary La prima sezione che comporrà il modello in realtà è l’ultima a dover essere redatta. Questo perchè, essendo un sommario, dovrebbe garantire che tutti i numeri di pagina, relativi ad ogni sezione componente il documento, siano corretti. E’ necessario porre molta cura nella redazione di questa parte dal momento che chi leggerà il modello si baserà su questa per decidere se procedere ulteriormente o se, invece, scartare il piano.
  • Descrizione del progetto In questa sezione si descrivono le ragioni che portano alla realizzazione dell’idea di business e gli obiettivi da raggiungere. E’ necessario quindi individuare quello che sarà il prodotto e/o servizio che si vuole offrire così come le sue caratteristiche ed i punti di forza rispetto alla concorrenza. Allo stesso modo è opportuno aiutarsi con diagrammi e video di modo da sapersi spiegare al meglio.
  • Presentazione generale aziendale Questa sezione viene usata per per fornire una panoramica di alto livello dell’azienda e del business in cui opera. Nello specifico questa parte del modello deve includere: Nome della società, tipo di persona giuridica, proprietà, attività significative, Mission dell’azienda, Obiettivi dell’azienda, Le caratteristiche principali del settore in cui opererà, I punti di forza e le competenze chiave più importanti dell’azienda.
  • Analisi di mercato (swot analysis ) Sezione in cui si studiano i punti di forza, di debolezza, opportunità e minacce del mercato in cui si vuole operare valutandone la profittabilità media, le eventuali economie di scala ed il potere contrattuale dei fornitori.
  • Strategia Sezione in cui è necessario spiegare come l’azienda competerà nei mercati scelti descrivendo la propria strategia di posizionamento in relazione a quelle dei principali concorrenti
  • Piano di marketing In questa sezione si definiscono quelli che sono tutti i componenti della strategia di marketing. 
  • Struttura organizzativa (team aziendale) Sezione in cui si fornisce una descrizione delle persone che ci sono dietro l’attività. 
  • Piano operativo Sezione in cui va descritto come il business funziona su base continuativa, così come i requisiti di capitale e di spesa relativi alle operazioni del business.
  • Piano finanziario Fase in cui si redige una stima ragionevole del futuro finanziario dell’azienda. Alcuni documenti, più di altri, sono essenziali da inserire, come quello sulle spese iniziali e di capitalizzazione e quello sulla proiezione di profitti e perdite a 12 mesi.   

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  • 12 set 2023

La struttura del business plan

La struttura del business plan

Il business plan è la base per un’azienda di successo. Segue un piano strutturato e contiene argomenti specifici. Qual è il contenuto di un business plan e quali sono i componenti che lo contraddistinguono?

Chi costituisce un’azienda ha un’infinità di compiti da portare a termine: per riuscirci, è necessario avere un business plan in forma scritta. Ma quali sono le funzioni precise di un business plan?

Finalità del business plan

Business plan: target, contenuti qualitativi, contenuti quantitativi, copertina e indice, curriculum vitae, forma giuridica, luogo della costituzione dell’impresa, tipo di consumatori, ubicazione del mercato di destinazione, strutture di vendita, livelli decisionali di acquisto, peculiarità del mercato, gli errori più comuni nella redazione del business plan.

Il momento di avvio di un’azienda è sempre piuttosto caotico. Dopotutto, i fondatori si trovano a dover prendere un numero cospicuo di decisioni e non è raro che si verifichino cambiamenti di rotta all’ultimo minuto. Allo stesso tempo l’amministrazione dispone di risorse limitate e spesso scarse. Il business plan è lo strumento giusto per contrastare questo trambusto e portare struttura e ordine nella routine aziendale quotidiana. Inoltre specifica la linea di marcia e, avendo una funzione di direzione strategica, fornisce una guida quando si tratta di prendere decisioni.

Ma ancora, il business plan aiuta durante la fase di pianificazione, il che di per sé garantisce un certo ordine. I fondatori possono vedere quali sono le misure in sospeso e quali sono le scadenze. Uno dei punti chiave del piano aziendale è la definizione degli obiettivi, che sono rilevanti sia per l’efficienza economica che per gli aspetti strategici e organizzativi. La direzione dovrebbe confrontare gli obiettivi con i risultati raggiunti a intervalli regolari. In questo modo si potrà analizzare in quale percentuale le decisioni prese abbiano raggiunto il proprio scopo e quali sono le cause di eventuali discrepanze tra l’obiettivo da raggiungere e l’attuale stato delle cose.

Il business plan svolge inoltre un ruolo importante anche nella ricerca di potenziali finanziatori. Un business plan dettagliato è infatti un requisito necessario per ottenere prestiti e investimenti, in quanto serve a convincere i potenziali interessati della validità e concreta fattibilità della vostra idea.

Dal momento che un business plan è molto vario ed esteso, vengono creati diversi gruppi target per quanto riguarda i contenuti. I gruppi target sono sia all’interno che all’esterno dell’azienda. Quelli più importanti per un business plan sono:

  • I fondatori o la direzione
  • Manager e dipendenti
  • Banche e finanziatori
  • Investitori, sponsor e azionisti

Struttura e contenuti di un business plan

La struttura e il contenuto sono i fattori decisivi per un business plan di successo: i concetti illustrati dovrebbero includere tutte le aree dell’azienda e avere le giuste risposte per ogni possibile domanda. Inoltre, dato che i contenuti di un business plan sono piuttosto dettagliati, essi dovrebbero essere suddivisi in una componente qualitativa e una quantitativa. Questa suddivisione è la base per garantire una corretta struttura del business plan.

Quest’area contiene tutte le informazioni che non possono essere formulate in termini numerici. Ad esempio si tratta di questioni relative all’organizzazione o all’orientamento delle strategie economiche. La sezione qualitativa dovrebbe, nello specifico, contenere i seguenti punti:

  • Finalità dell’azienda : qual è lo scopo che il management si prefigge e quali obiettivi strategici bisogna raggiungere lungo il percorso?
  • Management : chi è a capo dell’azienda? Quali qualifiche e competenze hanno i fondatori? Il management è alla prima esperienza o ha già provato il suo valore in altre aziende?
  • Forma legale : quale forma giuridica ha la società? Da dove proviene il capitale sociale?
  • Prodotti e servizi : quali sono i prodotti o servizi offerti dall’azienda? Quali sono gli USP (Unique Selling Proposition, che mette in luce quale sia il vantaggio per il consumatore nell’utilizzare il prodotto/servizio evidenziandone l’unicità anche rispetto alla concorrenza)?
  • Target : qual è il target di consumatori che l’azienda intende raggiungere con i propri prodotti/servizi?
  • Produzione : quali materiali e acquisti sono necessari per realizzare il prodotto o per fornire il servizio?
  • Pianificazione del personale : quanti dipendenti dovrebbero lavorare in azienda? Come sono suddivisi i dipartimenti?
  • Marketing e pubblicità : quali mezzi pubblicitari dovrebbero essere utilizzati? Come si può aumentare la visibilità dell’azienda e costruire un’immagine positiva?
  • Struttura : come è organizzata e strutturata l’azienda? Quanti dipartimenti ci saranno? Gerarchie?

Dopo aver affrontato la parte qualitativa con cura ed attenzione, si può passare alla componente quantitativa del business plan, che è, invece, definita dai numeri.

  • Investimenti : quali investimenti sono necessari? Quando dovrebbe essere fatto l’investimento? A quanto ammontano le spese e quando vanno pagate?
  • Costi di avviamento : quali sono i costi per avviare ufficialmente l’attività (ad esempio spese legali)?
  • Fabbisogno di capitale : quanto capitale ha l’azienda? Per quali aree dovrebbero essere spesi i soldi?
  • Finanziamenti : da dove provengono i soldi per le spese pianificate? Quali costi aggiuntivi comportano questi finanziamenti?
  • Liquidità : quali garanzie sono fornite per dimostrare che in ogni momento l’azienda ha abbastanza denaro per pagare le fatture? Come mantenere la liquidità a lungo termine?
  • Ricavi : in quale momento vengono generati ricavi e di quale importo? Quali sono i piani per l’aumento graduale delle entrate?
  • Guadagni : quali sono i profitti realizzati? Quali investimenti occorrerebbe fare con tali profitti?
  • Saldo : in che modo i diversi numeri influiscono sul bilancio della società? Quali sono i fondi patrimoniali e le passività?

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Il business plan: struttura e impostazione

Il business plan dovrebbe essere sempre rilegato, avere pagine numerate e una struttura chiara.

Come molti altri documenti, un business plan inizia con una copertina, che dovrebbe includere il titolo del business plan, la data, il nome dell’azienda nonché l’ambito aziendale. Inoltre dovrebbe esserci un sommario. Tutto ciò fornisce al lettore un orientamento e consente di consultare il capitolo desiderato con facilità.

Il sommario è seguito da un abstract dei punti principali del piano aziendale. Ciò fornisce al potenziale investitore una buona panoramica che gli permetta di non perdersi nei dettagli. L’abstract dovrebbe includere dettagli sul fondatore dell’azienda, su prodotti e servizi, forma legale, mercato e distribuzione. Inoltre è importante menzionare il fabbisogno finanziario e il piano di finanziamento per gli investitori, così come le tempistiche per la fondazione.

All’abstract segue un curriculum vitae, nel quale si mettono in evidenza le qualifiche, le competenze e le esperienze pregresse del fondatore; naturalmente, se si tratta di più fondatori è necessario allegare il curriculum vitae di tutti.

Ogni azienda ha una determinata forma giuridica. In generale è possibile distinguere tra tre diverse forme giuridiche: impresa individuale, società di persone (S.s., S.n.c., S.a.s.), di capitali (S.r.l., S.p.a., S.a.p.a.) o cooperative.

Probabilmente la forma giuridica più semplice, che significa anche minore sforzo in termini di diritto organizzativo, è l’impresa individuale (o ditta individuale). In questo caso il fondatore è colui che ne risponde interamente e da solo, indipendentemente dalla presenza di altri amministratori o procuratori. Ciò ha ovviamente lo svantaggio che l’imprenditore deve pagare per eventuali perdite con il suo patrimonio privato. D’altra parte, però, può tenere per sé tutti i profitti derivanti dall’impresa.

In questa voce si comunica la sede della propria impresa. Inoltre dovrebbero esserci ulteriori informazioni riguardo all’area, come il numero di clienti o di aziende concorrenti nella zona di vendita. Se si avvia un’attività, la propria sede dovrebbe essere in una buona posizione per raggiungere il proprio target. In questo modo si evitano lunghi viaggi verso il cliente e si consente all’azienda di crescere più rapidamente, in quanto può servire più clienti in meno tempo.

Questa sezione contiene tutti i prodotti e i servizi che offrirà l’azienda. È importante evidenziare ciò che rende unici o comunque fornire informazioni riguardo alla possibile domanda sul motivo per cui i clienti dovrebbero acquistare presso di voi e non presso la concorrenza.

Solo conoscendo il proprio target l’impresa può aumentare la propria popolarità e vendere proficuamente prodotti e servizi. Gli imprenditori dovrebbero preoccuparsi della definizione del gruppo target in base ai seguenti punti:

Il prodotto o servizio è rivolto a un target di clienti industriali e commerciali (B2B) o privati (B2C)? I prodotti vengono rivenduti direttamente o i servizi sono destinati al settore pubblico?

A quale area geografica è destinato il vostro prodotto? A un mercato regionale oppure a tutto il mercato interno? L’azienda vende beni o servizi in tutta Europa o addirittura in tutto il mondo?

C’è un contatto diretto tra la vostra azienda e la clientela? Le agenzie specializzate e i distributori misti commerciano prodotti simili?

Prendendo in considerazione il target, chi decide se i prodotti dell’azienda verranno acquistati? Si potrebbe trattare degli alti livelli manageriali di un’altra azienda, della direzione commerciale ma anche di un singolo consumatore.

Ci sono fluttuazioni stagionali o fattori che influiscono periodicamente? Ci sono ostacoli specifici all’ingresso sul mercato che rendono inizialmente difficile raggiungere il target?

Per un business plan i fondatori di un’impresa hanno bisogno di molto tempo e pazienza. Occorre infatti che determinate condizioni vengano soddisfatte, altrimenti si verificano rapidamente errori che scoraggiano i potenziali finanziatori.

Fondamentalmente per il successo a lungo termine dell’impresa è cruciale che il fondatore sia convinto al 100% della propria idea e che trasmetta il proprio entusiasmo. Questa convinzione ha un effetto molto persuasivo e positivo sulle negoziazioni con investitori e sponsor. Se non presentate bene il vostro business plan, sarà difficile ammaliare gli altri con la vostra idea. Altri errori che rendono difficile il successo del vostro business plan possono essere:

  • Mancanza di una struttura unitaria e organizzata : senza un concetto strutturato e organizzato, qualsiasi imprenditore incontrerà difficoltà nel convincere potenziali finanziatori, a prescindere dalla validità dell’idea.
  • Mancanza di conoscenza del settore : solo chi conosce il mercato nel quale si muoverà con la propria azienda può sviluppare con successo il proprio business e adattarsi a rapidi cambiamenti. Il business plan dovrebbe pertanto trattare il tema della concorrenza.
  • Ingenuità : molti approcciano la creazione di un nuovo business in maniera troppo superficiale. Chi redige il business plan deve chiedersi quali capitoli del piano aziendale risulteranno particolarmente interessanti per i potenziali investitori. Credere che dopo il complicato avvio dell’impresa tutto funzionerà da solo porterà presto o tardi a grandi delusioni.
  • Errori ortografici e grammaticali : come per le candidature e i curriculum vitae, se il business plan presenta errori grammaticali o di ortografia, ciò avrà un impatto negativo nella valutazione da parte di terzi. Vi raccomandiamo perciò di controllarlo accuratamente più volte e di farlo revisionare anche da terzi.
  • Mancata o errata gestione del tempo : un business plan deve essere meticoloso fin nei minimi dettagli, quindi la gestione del tempo è particolarmente importante. Ci dovrebbe essere sempre abbastanza tempo per la ricerca, la scrittura e la correzione, perché ogni sezione richiederà più tempo di quanto inizialmente pronosticato. Perciò è consigliabile prevedere un lasso di tempo molto ampio.
  • Mancanza di senso della realtà : accanto ai molti aspetti positivi e alle innumerevoli idee che ogni nuova impresa porta con sé, occorre anche occuparsi delle eventuali debolezze e difficoltà del piano aziendale. Soltanto chi lavora al proprio scopo in modo realistico è in grado di porre rimedio agli eventuali errori (che d’altra parte sono assolutamente normali), ricavandone uno stimolo positivo.

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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Cos'è il Business Plan, come farlo e a cosa serve

  • Tempo lettura 4
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Definizione di Business plan

Business plan

Business plan cos’è

Il documento che permette a un’idea imprenditoriale di prendere vita è il business plan, una guida che contiene i riferimenti utili per la pianificazione e la gestione aziendale e che presenta l’azienda a potenziali finanziatori e investitori. Attraverso il business plan è possibile esaminare i fattori di successo dell’ idea imprenditoriale nel lungo periodo e valutarla sulla base di una vera e propria analisi di fattibilità. Non va considerato uno strumento assoluto e statico, ma come un vademecum che si adatta ai cambiamenti che possono avvenire all’interno e all’esterno dell’azienda. In esso è possibile identificare:

  • una parte descrittiva (qualitativa) che contiene un’approfondita descrizione del progetto imprenditoriale con l’analisi di caratteristiche e prodotti, del mercato all’interno del quale si andrebbe a sviluppare e delle risorse necessarie per la sua realizzazione. In questa parte, inoltre, si effettua uno studio della fattibilità dell’idea imprenditoriale in relazione all’ambiente esterno e a quello interno per comprendere in che modo l’azienda riuscirà a ottenere dei vantaggi competitivi rispetto ad altre;
  • una parte numerica (quantitativa) a carattere previsionale e con al suo interno proiezioni economiche e finanziarie relative alla business idea. In questa parte si espone l’idea in numeri e si tiene conto del piano degli affari, degli investimenti, di quello economico, dei flussi finanziari, dei finanziamenti e della situazione patrimoniale.

La definizione e la struttura di un business plan, seppur simile nei suoi tratti fondamentali, differisce in base allo scopo per cui viene redatto. Fra i documenti presenti che compongono un modello di business plan si possono individuare:

  • la descrizione del progetto imprenditoriale;
  • la descrizione del prodotto/servizio;
  • la storia dell’azienda e della sua struttura organizzativa;
  • il prospetto degli aspetti amministrativi;
  • il piano di vendite e la struttura finanziaria;
  • il piano di degli investimenti;
  • l’analisi del know how e prospetto delle risorse umane necessarie;
  • l’analisi del ciclo produttivo;
  • le previsioni patrimoniali, economiche e finanziarie.

Le funzioni del business plan

Il business plan è un moderno strumento di simulazione a medio-lungo termine delle dinamiche aziendali che in generale assolve a due principali funzioni. La prima è quella di razionalizzare l’ idea imprenditoriale alla luce dei fattori di successo e delle lacune presenti. Una volta decretata la fattibilità dell’idea imprenditoriale, gli elementi che lo compongono finiscono per delineare la strategia da seguire nelle fasi successive. La seconda funzione cui assolve il business plan è la presentazione di questa idea a terzi, in modo da valutarne l’ iniziativa economica , le sue potenzialità e i rischi a essa connessi. In questo caso funziona da supporto informativo e fa parte della documentazione da allegare alle domande di finanziamento per banche e istituti finanziari.

Nello specifico dello status ( startup , azienda esistente o in espansione) che l’azienda riveste nel momento di redazione del business plan può inoltre rivestire il ruolo di:

  • strumento di pianificazione e gestione d’impresa;
  • strumento di verifica dello scostamento dei risultati delle business unit;
  • strumento per l’analisi di attrattività e criticità;
  • strumento di monitoraggio.

infografica business plan esempio

Il business plan nelle fasi di sviluppo aziendale. Fonte: Credit Data Research

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Business Plan: la guida completa per realizzarne uno

  • Agosto 3, 2021

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  • Data: Agosto 3, 2021

Come si fa un Business Plan: una piccola introduzione

Definizione di business plan.

Il “ business plan ”, o piano economico-finanziario, è un documento strategico aziendale , ossia uno strumento di pianificazione sistematico ed efficace, che mira alla creazione di un quadro dettagliato di cosa un’organizzazione fa e farà per raggiungere determinati obiettivi; in poche parole, sintetizza il processo di analisi e di decisione .

Ciò che il piano economico-finanziario tende a comunicare è l’immagine dell’organizzazione, la sua collocazione sul mercato e il suo vantaggio competitivo .

Il contenuto del piano si deve basare sulla strategia da seguire, seguendo delle tattiche di azioni ben pianificate. Il business plan, per essere efficace e stimolante, deve contenere tabelle e grafici.

Il motivo della sua redazione è sia raccogliere finanziamenti , sia definire la direzione dell’organizzazione . Lo scenario strategico e gestionale aiuta a riconoscere quali sono i propri punti di forza e quelli di debolezza della concorrenza su cui far leva.

Principalmente, deve rispondere alle domande: dove siamo , dove vorremmo essere e come ci si arriva .

Per essere in grado di rispondere a questi quesiti, bisogna avere una chiara formulazione delle idee e degli obiettivi, anche in base all’ambiente circostante.

“È meglio guardare avanti e prepararsi che guardare indietro e dispiacersi.” JACKIE JOYNER-KERSEE  

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Funzioni del Business Plan

La principale funzione del business plan è quella di fornire tutte le informazioni necessarie per guidare l’impresa verso il raggiungimento dei propri obiettivi e studiare la convenienza delle decisioni.

Grazie alla “guida strategica”, è possibile:

  • Comprendere e definire l’ambiente circostante, intesto come mercato, concorrenti, strategie e posizionamento competitivo;
  • Definire gli obiettivi e la visione imprenditoriale;
  • Quantificare gli obiettivi e l’analisi degli scostamenti, per controllare l’andamento dell’impresa;
  • Accedere a nuove fonti di finanziamento;
  • Definir l’assetto organizzativo in base agli obiettivi determinati in precedenza;
  • Pianificare delle strategie e determinare un piano operativo in tutte le sue aree;
  • Analizzare la fattibilità finanziaria e l’attrattività economica dell’investimento.

Perché è importante redigere un Business Plan?

La vera ragione per cui viene redatto un business plan consiste nel creare un documento strategico come risultato della pianificazione.

Un piano ben strutturato aiuta a solidificare la visione di medio e di lungo termine e a delineare la strategia , per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Il business plan, infatti, disegna e sviluppa tutte le circostanze secondo cui risulta necessario un processo di pianificazione strategica .

La sua redazione mira a definire e pianificare delle azioni, in base all’idea o alla visione iniziale.

L’utilità del business plan si basa sulla determinazione di un investimento e sulla gestione dell’impresa , intervenendo in modo diretto nella fase di sviluppo dell’idea e del prodotto.

Si possono riassumere in sei motivi l’importanza e le ragioni che spingono alla redazione di un business plan:

  • strumento per ottenere i mezzi finanziari necessari: è richiesto da molti investitori per analizzare la probabilità di successo;
  • aiuta a capire se procedere o meno: considerando vari fattori che possono contribuire al potenziale successo dell’iniziativa;
  • permette di migliorare la strategia: valutando il mercato;
  • consente di tenere la rotta: in caso di deviazioni per il raggiungimento degli obiettivi prefissati;
  • migliora le competenze manageriali: imparando a tradurre visioni e idee in realtà;
  • facilita la gestione dei rischi: individua i fattori di rischio, prima ancora che si verifichino, evitando situazioni di incertezza.

business plan report

Fasi di pianificazione

Il documento di pianificazione strategica, o business plan, viene inteso come un piano preposto alla valutazione dell’attrattività e della finanziabilità di un progetto , che interviene nella fase di sviluppo dell’idea.

Secondo una concezione allargata per la redazione di un business plan, le fasi di pianificazioni sono:

  • 1 – Fase della fattibilità economica ;
  • 2 – Fase della fattibilità economico-finanziaria completa , che viene intesa anche come la sola fase di pianificazione in una concezione ristretta, poiché si sostanzia con il piano economico-finanziario;
  • 3 – Fase operativa .

Fase della fattibilità economica

Consiste nel raccogliere tutte le informazioni principali che permettono di delineare le caratteristiche del progetto.

Può essere inteso come un “ studio di fattibilità ”, focalizzando la propria attenzione sull’ analisi dei punti di forza e di debolezza e comprendendo la fattibilità economica (intensa come copertura di costi con i ricavi) dell’iniziativa.

Questa fase consente di ottenere un duplice vantaggio: raccogliere informazioni che possono essere utili anche nelle successive analisi; comprendere la fattibilità dell’iniziativa.

Fase della fattibilità economico-finanziaria completa

Il risultato finale che si ottiene da questa fase di pianificazione è quello di redigere un piano economico-finanziario .

Grazie ai dati raccolti nella fase precedente, è possibile valutare i flussi finanziari necessari per dare un’idea delle risorse indispensabili per poter avviare l’investimento.

Anche questa fase permette di determinare la fattibilità, ma in questo caso si parlerà di “fattibilità finanziaria”, con la quale è possibile capire su quali fonti di credito poter fare affidamento, per realizzare un progetto finanziariamente valido.

L’analisi, in questa fase, viene svolta sulla convenienza delle alternative degli investimenti sul progetto . Nel caso in cui si ritiene la convenienza economica e finanziaria dell’iniziativa, si procede con lo studio del mercato e della concorrenza .

Fase operativa

La fase operativa permette di procedere con l’avvio dell’azienda , grazie alla redazione di un piano operativo.

Durante questa fase, bisogna valutare l’ accesso alle fonti di finanziamento , affinché si possano assicurare le risorse necessaria per avviare l’iniziativa.

Una volta completate le fasi di pianificazione, il business plan contiene tutte le eventuali informazioni necessarie agli investitori/finanziatori, divenendo uno strumento di guida operativa .

Al piano operativo, viene affiancata un’ analisi degli scostamenti , periodicamente aggiornata, che permette di seguire da vicino il mercato e l’evoluzione dell’ambiente circostante.

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Struttura del business plan

La struttura del business plan è tendenzialmente standard ed evidenzia le differenti aree dell’organizzazione: marketing, produzione, finanza, ecc.

Tutti i documenti di pianificazione strategica, di ogni settore, devono contenere numeri e parole che descrivono le tattiche di marketing , le proiezioni finanziarie , i vantaggi competitivi , i processi e il team che governa il business. Affinché il business plan sia definito completo, ogni parte che lo compone deve integrarsi a vicenda.

Le aree che caratterizzano un business plan standard, adatto a tutte le aziende, sono:

  • Executive summary : sommario generale del piano strategico e di business;
  • Descrizione dell’azienda : descrizione dello status aziendale e della sua organizzazione e dei piani futuri oggetto del business plan;
  • Prodotto e processo : descrizione dei prodotti e servizi e descrizione dei processi della value chain;
  • Analisi del mercato e piano di marketing e vendite : analisi generale del mercato con le principali azioni di marketing e di vendita;
  • Posizione competitiva, milestones e analisi dei rischi : analisi della competitività e descrizione del vantaggio competitivo, principali traguardi e rischi del piano strategico;
  • Management e organizzazione : descrizione generale dell’organigramma, dei leader dell’iniziativa e delle persone chiave che dovranno gestire l’organizzazione;
  • Parte finanziaria : proiezioni finanziarie del programma strategico.

1. Presentazione del progetto o dell’azienda

L’introduzione relativa al progetto imprenditoriale apre il business plan, tracciando le sue caratteristiche generali e la storia dell’azienda , soffermandosi sui momenti più significativi.

Per presentare l’azienda, bisogna introdurre brevemente il quadro generale del progetto, descrivere gli stadi di sviluppo dell’iniziativa in corso, le fasi che sono state completate, quelle da completare o quelle ancora da avviare, per far divenire operativa la nuove impresa.

2. Analisi del prodotto/mercato

Si tratta di una descrizione analitica dei prodotti/servizi offerti dell’impresa , indicando inoltre i target di clientela cui intende rivolgersi.

Per poter definire una strategia e il posizionamento dell’impresa , l’analisi dei prodotti deve essere fatta in relazione al mercato in cui si posiziona.

La combinazione della dimensione dell’offerta con quella della domanda consente all’imprenditore di:

  • Comprendere che il prodotto che vende è la risposta a un bisogno;
  • Abituare l’impresa a pensare in termini di combinazioni di prodotto/mercato.

3. Analisi del settore

L’ analisi settoriale è utile sotto un duplice aspetto:

  • Comprendere pienamente il ruolo ed il posizionamento dell’impresa nel settore in cui opera;
  • Capire quali sono le opportunità e le difficoltà che si possono verificare in caso di cambiamenti del settore .

4. Posizionamento competitivo

La posizione che l’impresa vuole raggiungere in termini di caratteristiche di offerta è l’ obiettivo più a lungo termine che si può imporre.

Per potersi posizionare in modo strategico sul mercato , è necessario studiare la situazione della concorrenza nel settore, cercando di conoscere il mercato della domanda e le sue esigenze per determinare una strategia efficace e verificare l’effettiva esistenza di opportunità latenti di mercato.

Spesso, per ottenere un buon posizionamento sul mercato, si verificano delle alleanze tra imprese che tendono a far crescere la loro azienda grazie allo scambio di competenze.

5. Organizzazione e management

L’organizzazione aziendale e del personale deve mirare alla valorizzazione delle “ risorse umane ” per migliorare le performance del progetto d’azienda.

Per organizzazione si intende l’ individuazione dei ruoli e delle funzioni aziendali , con la stesura di un organigramma , utile per consentire di visualizzare la posizione del management, di individuare i ruoli chiave dell’organizzazione e di evidenziare le posizioni organizzative.

Per management si intende indicare il personale che è coinvolto in posizioni decisionali.

6. Schemi economico-finanziari

La parte finanziaria del business plan si definisce come un insieme di schemi che si basano su proiezioni finanziarie relative al programma strategico , caratterizzati da:

  • Ipotesi alla base dei calcoli;
  • Sequenza logica tra gli schemi costruiti.

Gli schemi finanziari fondamentali da costruire (utilizzando dei fogli di lavoro come Excel) durante la redazione di un business plan sono:

  • Piano delle vendite, dei costi e degli investimenti;
  • Cash-flow (rendiconto finanziario);
  • Conto economico;
  • Stato patrimoniale .

le fasi del business plan

Come scrivere un business plan

La parte più difficile, durante la redazione di un business plan, è l’ impostazione iniziale della struttura di indagine del mercato e del settore.

Il piano, se redatto non a fini personali, deve assolutamente presentarsi in modo professionale e contenere tutte le informazioni necessarie ed essenziali , presentandole in un documento breve . Qualora sia voluminoso, si consiglia di costruire uno schema riassuntivo nella pagina introduttiva.

È utile impostare la dimensione della pagina in modo che possa essere stampata su due tra i più diffusi formati, ossia l’A4 e la Lettera americana (US Letter). In pratica, chi redige il documento può adattare la lunghezza e la larghezza del testo in modo che possa essere contenuta sia nello standard europeo (297 mm di lunghezza × 210 mm di larghezza, pari a 11,7 × 8,25 inches) sia in quello americano (280 mm × 216 mm, o 11,00 × 8,50 inches).

Le descrizioni e i messaggi devono presentarsi in modo chiaro, preciso e senza forme retorico o ridondanti. L’esposizione deve essere pienamente chiara e tecnica , nella descrizione dei piani finanziari. La terminologia tecnica, poco accessibile e poco trasparente, deve essere spiegata in note a piè di pagina o in un glossario finale.

I grafici o le tabelle non devono rappresentare un’alternativa ai calcoli; spesso è utile trovare una giusta combinazione di entrambi. 

Ad integrare il business plan, possono essere aggiunti degli allegati che hanno la funzione principale di spiegare o approfondire determinati prospetti presenti nel documento principale.

Fonti utilizzate:

[1] Bove Antonello E., Il Business Plan – Guida alla costruzione di un business plan vincente con la metodologia dei 7 step ;

[2] Kingsley A. Borello, Excellent Business Plan: come pianificare una startup, sviluppare un’impresa e monitorare la performance .

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L’impresa, Il Prodotto O Servizio, Le Tecniche Di Produzione, Le Strategie Di Vendita, Il Mercato Di Riferimento, La Gestione Delle Risorse(Umane, Strumentali, Finanziarie).

Si Chiude Questa Presentazione Con La Sintesi Dell’aspetto Economico-Finanziario, Cioè La Parte Numerica.

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Descrizione dell’azienda nel Business plan

Si deve spiegare come è nata l’organizzazione, quale sia lo stato attuale, le competenze e quindi il background che viene messo a disposizione dal team di lavoro.

Prodotti e servizi nel Business plan

A questo punto bisogna spiegare molto bene che cosa si intenda vendere ai consumatori o alle aziende a cui ci si rivolge. Del resto il risultato del lavoro dell’impresa è la creazione di ciò che si vuole immettere sul mercato, quindi bisogna chiarirlo ai finanziatori e ai partner, così che possano valutare la proposta consapevolmente.

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Impostare un business plan

Nell’impostare un business plan di questo importante documento può avvalersi dell’aiuto di alcune persone, anche esterne e dotate di specifiche competenze che saranno in grado di redarlo nel miglior modo possibile.

Esso potrebbe essere un commercialista, magari di fiducia che ci aiuta nella sua redazione e che ci guida, passo dopo passo, nella sua piena riuscita.

Gli elementi che devono essere presenti all’interno del documento sono differenti e molteplici.

La denominazione d’azienda per impostare un business plan

Questi devono essere delineati nella loro interezza ed individuate le varie risorse da utilizzare per perseguirli tutti.

Occorre, poi, elencare i punti di forza dell’azienda, ma anche quelli che si ritengono più deboli.

In questo modo si sarà più incentivati a superare questi ostacoli e a superarli attraverso l’utilizzo di diverse risorse.

Un ottimo business plan deve contenere anche la struttura finanziaria dell’azienda, il capitale sociale presente e tutti i mezzi finanziari che l’impresa utilizza.

Riportare i Mezzi di produzione nell’impostare un business plan

Ci deve essere un elenco dei fattori di produzione impiegati, come il capitale, il lavoro e tutti gli altri presenti all’interno dell’azienda.

Nell’impostare un business plan è fondamentale perché al suo interno abbiamo l’elaborazione della strategia di marketing dell’azienda.

Fondamentale per l’impresa perché determina la sua strategia di mercato.

Proprio per questo motivo è necessario che l’azienda si avvalga dell’aiuto di personale competente.

La strategia di mercato è importante, in quanto determina gli ambiti entro i quali l’azienda estende i suoi prodotti. Più il mercato è ampio e più l’azienda sarà in grado di vendere i suoi prodotti all’interno del mercato.

Definizione business plan: in questo articolo andremo a capire le basi di come funziona il business plan in definizione

Definizione di business plan

Il Business plan è uno strumento strategico, che funge da bigliettino da visita quando ci presentiamo in un istituto di credito al fine di ottenere un finanziamento a sostegno della nostra idea imprenditoriale.

Come tutti i bigliettini da visita deve essere efficace, sintetico e deve riportare le notizie importanti al fine di essere ricordati e di distinguerci dagli altri.

Dunque i nostri dati  devono essere organizzati in modo originale e personalizzato.

Pronti ai cambiamenti con un Business plan

Quando si avvia un’impresa si va incontro all’evoluzione del mercato, a ostacoli, inconvenienti e intoppi di vario genere, compresa la necessità dei consumatori di nuovi prodotti.

Meglio saper cavalcare l’onda, ma bisogna essere preparati per questo pianificano con un business plan

Struttura per fare un Business plan

Si deve stabilire se acquistare i locali in cui svolgere l’attività, se prenderli in affitto oppure lavorare online, crescendo passo a passo. Serve un capitale iniziale, bisogna fare i conti con le spese, in cui rientrano anche i beni utili a lavorare e il personale da assumere.

Nel caso si opti per un prestito finalizzato alla creazione di un fondo per l’avvio dell’attività, è bene considerare il costo per la restituzione e quindi l’impegno che si prende con l’istituto di credito nel business plan.

Descrizione del Business Plan

uno schema chiaro e conciso sulle intenzioni imprenditoriali permette una rapida valutazione del Business Plan . Occorre descrivere sinteticamente le principali qualità della proposta.

Soggetti in presentazione del Business Plan

occorre individuare le figure che si occuperanno dello sviluppo del piano di business. Meglio aggiungere sempre un breve curriculum che sottolinei le competenze specifiche dell’ imprenditore e dei suoi collaboratori. Inutile aggiungere che saranno presi maggiormente in considerazione professionisti inerenti alla materia presentata.

La parte descrittiva del business plan

Nella parte descrittiva del business plan va presentata in maniera immediata ed intuitiva l’azienda. In questo senso vanno esposti il progetto, le iniziative, la vision totale dell’impresa.

È importante racchiudere il tutto in una forma che porti alla corretta comprensione da parte del lettore che, ricordiamolo, può essere anche un cliente o un investitore o un Ente al quale l’azienda si rivolge al momento della partecipazione di un bando.

Ai piani strategici ed operativi vanno affiancati le analisi del mercato e della concorrenza e la descrizione dei prodotti o dei servizi offerti.

Per riassumere, nella parte descrittiva del business plan è bene rispettare quattro punti: l’esposizione del business e del contesto ambientale; le strategie e dove si colloca l’azienda nel settore; il piano operativo con elementi di produzione e di marketing (il cosiddetto piano d’azione e come metterlo in pratica); la struttura societaria, ovvero le risorse umane ed il management (e quindi il personale necessario per mettere in atto la produzione).

Da chi è letto il business plan

Prima di tutto la redazione del documento serve proprio a chi lo fa. Oltre alla redazione, bisogna occuparsi della lettura. Infatti il compito è utile a chi lo esegue.

a cosa, chi e perché serve capire come si fa un business plan l’analisi di mercato con le prospettive della soluzione offerta; la forma giuridica e il modello organizzativo con il team imprenditoriale; i prodotti o servizi da vendere; le strategie di marketing e un’accurata analisi economica e finanziaria.

Scrivere un Business plan: Il Business Plan È Un Documento Relativo All’azienda Che Potremmo Definire Come Una Sorta Di Vademecum.

Esso Infatti, Illustra Le Caratteristiche Di Un Progetto Imprenditoriale E Ne Dimostra La Sua Fattibilità Sia A Livello Tecnico – Produttivo, Sia Economico -Finanziario.

Può Essere Redatto Sia In Fase Di Start Up Che Nel Corso Di Piena Attivita’ Aziendale Con Peculiarità Ovviamente Diverse.

business plan a cosa serve: in questo articolo andremo a capire le basi di come funziona e a cosa serve il business plan

a cosa serve il business plan

Il business plan deve rappresentare la fotografia di noi stessi, in quanto titolari, dell’azienda, dei soci, degli operai, degli impiegati, di tutte le risorse umane che si impegnano a vincere la sfida, ossia a realizzare quanto prefissato e, dei beni prodotti e servizi offerti.

Deve fornire informazioni circa i clienti acquisiti e quelli che si intendono fidelizzare, definendo gli obiettivi e le strategie da perseguire per conquistare altri mercati.

Inoltre, il business plan deve essere capace di  fornire una sorta di visura storica, al fine di rendere tracciabile il passato dell’azienda, ossia di sapere quali operazioni hanno interessato l’azienda sin dalla sua nascita, esempio se vi sono stati  incrementi di produttività e aumenti di fatturato che hanno determinato una crescente domanda da parte di clienti di un determinato prodotto, se vi sono stati investimenti significativi in nuovi macchinari, impianti industriali o fabbricati, e se per far fronte alla richiesta è stato  assunto nuovo personale con contratti a tempo indeterminato.

Queste informazioni sono utili in quanto forniscono idee precise sulla solvibilità economico-finanziaria dell’azienda, ossia ci dicono, chiaramente, che l’azienda ha sempre adempiuto ai suoi obblighi e non versa in uno stato di difficoltà aziendale, dunque potrà onorare gli impegni assunti nei confronti degli istituti bancari per ottenere finanziamento e credito, nei confronti di investitori esterni o esteri, o enti pubblici, quali regioni, province, al fine di ottenere contributi e agevolazioni fiscali.

Il business plan è uno strumento, utile e previsionale, con il quale  l’imprenditore può controllare se le linee direttive stabilite sono adeguate al perseguimento dei risultati nel medio-lungo termine al fine di orientare le decisioni all’interno dell’azienda stessa .

Quali risorse inserire nel business plan

È necessario presentare un progetto di business plannel quale sono elencati i costi, per fattori produttivi, da impiegare nella produzione  e definire quali di questi fattori produttivi  sono già nelle disponibilità materiali dell’azienda, in termini di lavoro, capitale e know-how e quale occorre acquisire.

Occorre annotare nel business plan gli investimenti di spesa che si intendono sostenere per realizzare: opere murarie, per le quali devono essere riportate le caratteristiche costruttive dimensionali, allegando i computi metrici e individuando gli estremi che consentono l’identificazione di ciascuna opera nella planimetria generale.

Quali costi sostenere per acquistare il suolo sul quale stabilire  la propria azienda.

L’ammontare di spesa da investire per acquistare o affittare un fabbricato nel quale avviene di fatto la produzione e si esplica l’attività economica, il numero di impianti, attrezzature, macchinari e software che si presume di impiegare nell’attività .

Infine il personale occorrente nella fase di inizio attività,  alla soddisfazione  dell’investimento,  fino all’esercizio successivo a quello di ultimazione del programma di spesa.

Inoltre devono essere ripartite, le risorse finanziarie di cui abbiamo bisogno per il nostro investimento e  di quelle che già abbiamo in nostro possesso, in fonti interne e fonti esterne. Le prime sono rappresentate dall’apporto di capitale proprio e afferiscono al capitale sociale, agli utili e ai prestiti dei soci.

Le seconde, fonti esterne, si riferiscono alle risorse finanziarie acquisite presso terzi, il capitale di debito, quali, finanziamento commerciale; debiti verso banche e istituti finanziari;  fondi pubblici ed agevolazioni finanziarie e/o fiscali.

Cosa serve per realizzare un business plan efficace

Ovviamente dovrà riportare in copertina il nome, l’indirizzo e la ragione sociale dell’azienda, oltre ai dati personali dell’imprenditore.

Il secondo elemento dovrà riguardare la descrizione del progetto, ovvero l’idea di quello che si vuole realizzare, con una descrizione dettagliata dei prodotti o dei servizi che l’azienda è destinata a fornire.Un’analisi dei materiali necessari, delle fasi di lavorazione e dei costi potranno fornire una facile individuazione dei punti di forza e di quelli critici.

business plan – finanziamento: in questo articolo andremo a capire le basi di come funziona il finanziamento business plan

la parte finanziaria del Business plan

illustrare costi, potenziali ricavi e finanziamenti necessari, indicando come e dove si reperiranno.

In questo articolo vedremo alcune considerazioni su come strutturare il lancio di un impresa con un piano strategico e il Business plan

La redazione di un piano strategico o Business plan per i propri affari, o per la brillante idea imprenditoriale che potrà cambiare radicalmente la nostra vita, non può essere affidata a sedicenti espertoni o inesperti improvvisati.

Al contrario è di vitale importanza per la riuscita di ogni azione mirata all’ottenimento di un potenziale successo, circondarsi non solo dei pareri ma dell’esperienza che solo un professionista navigato del settore può garantire.

Valutazioni finanziare dell’imprenditore attraverso il business plan

Occorre redigere  il business plan quale elemento caratterizzante ai fini della valutazione circa la fattibilità economico-finanziaria di un’iniziativa di investimento, sia che essa rappresenti l’inizio di una nuova attività, in fase di startup, sia che costituisca ampliamento della stessa.

L’imprenditore dovrà valutare se la sua idea possa essere attrattiva,  prendendo come punto di riferimento un mercato preciso in cui vuole operare, a tal fine deve condurre delle indagini, fare degli studi, fare ricerca.

Deve capire come potrebbe essere percepito il prodotto, che intende immettere su un nuovo mercato, o un nuovo servizio che  voglia offrire ai clienti, suoi potenziali acquirenti e, se lo stesso è capace di soddisfare i bisogni di tutti i consumatori o di alcuni, mediante una procedura specifica definita segmentazione della domanda.

Successivamente dovrà stabilire le modalità di produzione del bene o servizio. Occorre quantificare la domanda corrente e prevederne, in base a stime, la sua evoluzione , la sua crescita futura.

Deve stabilire il prezzo al quale offrire  il bene tenendo in considerazione la concorrenza e il lato dell’offerta , gli eventuali concorrenti già presenti  nel  mercato selezionato, se producono lo stesso bene o offrono lo stesso servizio e a quale prezzo, e  i potenziali concorrenti futuri.

Deve infine  presentare il suo progetto  a finanziatori esterni, istituti di credito, amministrazioni sovranazionali, nazionali e locali che dovranno esprimersi sull’efficacia del progetto per concedere finanziamenti o contributi.

Piano economico-finanziario strategico

Al fine di elaborare un piano economico-finanziario strategico occorre definire il nostro fabbisogno finanziario corrente, composto da capitale circolante, ossia da disponibilità liquide, crediti v/clienti e tutto ciò che è liquidità per far fronte nel breve termine a esigenze immediate, finanziato  con  passività a breve, diversamente dal fabbisogno consolidato costituito da tutto ciò che deve essere impiegato nel ciclo produttivo per più anni, ossia l’attivo immobilizzato,  quali impianti macchinari, attrezzature, veicoli.

Affinché il piano sia ottimale e in perfetto equilibrio è necessario che le disponibilità liquide utilizzate per costruire la struttura aziendale siano superiori alle spese sostenute in fattori produttivi pluriennali. Pertanto è necessario che si realizza la seguente ipotesi: attività correnti > attività immobilizzate;

Allo stesso modo è considerato piano strategico se il capitale proprio, detto anche patrimonio netto, dato dalla differenza tra le attività e le passività e di tutte le risorse interne che l’azienda dispone per potersi autofinanziare, ricorrendo a mezzi propri, è superiore  alle passività consolidate e alle passività correnti.

L’equilibrio finanziario è determinato anche dal capitale circolante netto positivo, rappresentato dalle attività correnti e le passività  correnti, infatti se dagli elementi che compongono l’attivo corrente, quali crediti verso clienti, magazzino prodotti finiti, in lavorazione e materie prime, anticipi a fornitori e dagli elementi che compongono il passivo corrente, quali, debiti verso fornitori, debiti verso dipendenti, debiti tributari, emerge una differenza positiva, l’azienda dimostra di essere in equilibrio e di riuscire a far fronte agli impegni senza utilizzare le fonti di finanziamento interno, cosicché da destinare le risorse liquide ad altre attività.

Pertanto le attività correnti sono costituite da crediti che si prevede di incassare nel breve periodo e le altre attività per le quali si prevede il realizzo nel breve termine (entro 12 mesi). Le passività correnti sono quelle per  cui si prevede l’estinzione nel nello stesso lasso di tempo.

Se il capitale circolante netto è negativo significa che il finanziamento di attività immobilizzate , esempio l’acquisto dei fattori produttivi, quali macchinari, veicoli, impianti, ect sta avvenendo con fonti a breve termine, dunque stiamo svuotando  la nostra cassa.

In questo caso il capitale circolante netto assume valore negativo e si verifica uno squilibrio finanziario.

L’impresa non è in grado di far fronte ai propri impegni di pagamento.

Quindi sarà necessario procedere ad incrementare le attività correnti e a ridurre le passività correnti.

Allo stesso modo, l’acquisto di impianti, di macchinari, di veicoli e di altri fattori produttivi destinati ad un uso pluriennale all’interno dell’azienda, dovrebbe essere effettuato con capitale di debito di lungo periodo o con capitale proprio.

Dopo aver analizzato tutti gli adempimenti, avrai sicuramente capito che i modelli di business plan sono tanti e si differenziano da caso a caso, ora per  consentirci  di consigliarti al meglio sulla strategia, da usare e mettere in pratica, per la tua attività, sia essa una nuova che una già esistente, devi mettere in pratica un buon marketing che ti consente di posizionare il tuo prodotto, di stabilire la politica di prezzi da seguire, di scegliere i canali distributivi e costruire la tua rete di vendita, nonché di adottare una politica finanziaria e commerciale  al fine di conseguire un vantaggio competitivo consolidato.

Inoltre il piano economico-finanziario strategico è un elemento chiave per acquisire credibilità e convincere la banca o altri istituti a favorirti una linea di credito privilegiata pertanto è necessario sfruttare al massimo le sue potenzialità rendendolo appetibile agli occhi dei finanziatori .

Possiamo aiutarti ad elaborarlo, iniziando ad analizzare tutti gli aspetti, partendo proprio dalla tua attività, dalla tua azienda o dalla tua idea progettuale.

Hai acnora dubbi su come rendere appetibile il Business plan per il finanziamento bancario? scrivilo nei commenti

Il business plan esempio è quel documento che racchiude tutte le aree di attività dell’azienda. In pratica si tratta di una specie di carta d’identità dell’impresa, che contiene gli obiettivi che si vogliono raggiungere e le Strategia di Marketing che si intendono adottare.

Piano finanziario nella strategia di business plan marketing

Il business plan esempio dovrà poi contenere un piano di finanziamento, con la previsione dei costi di gestione e l’individuazione delle fonti di finanziamento iniziali, se necessarie, e dell’eventuale prospetto di rimborso.

Un altro fattore molto importante all’interno di un business plan esempio è costituito dai risultati di una precedente indagine di mercato. Una volta individuato il target di pubblico e la presenza di concorrenza nel settore, l’imprenditore potrà definire il miglior sistema di distribuzione del proprio prodotto e la reale fattibilità del progetto.

Una volta effettuata l’indagine di mercato ed aver compreso quali siano le reali possibilità di riuscita del progetto, l’imprenditore potrà dipingere il profilo del suo consumatore ideale.

come fare un business plan: La strategia del business

All’interno del business plan strategico, oltre che i dettagli sul prodotto, dev’esserci anche una strategia commerciale di vendita e pubblicizzazione, ovvero quello che viene identificato dalla parola marketing.

Il marketing è quel complesso di azioni che segue la produzione e la commercializzazione del prodotto e si occupa di diffusione pubblicitaria del prodotto stesso.

Il miglior prodotto del mondo, insomma, non viene acquistato da nessuno se nessuno sa che quel prodotto esiste.

Le strategie di come fare un business plan marketing sono diverse e complesse, ma tutte mirano alla fidelizzazione.

Una volta che un cliente è stato portato ad acquistare quel prodotto, lo scopo dell’azienda è renderlo un cliente abituale, che acquista sempre quel tipo di prodotto e non si rivolge a competitor.

Nell’ambito del piano di marketing, questo si traduce normalmente in facilitazioni esplicite per i clienti affezionati, che possono spesso godere di sconti o promozioni personalizzate.

Come trovare i finanziamenti con un Business plan

Servono capitali per investire nell’avvio e anche nella crescita, nella produzione e nel marketing. Ci vuole uno studio sui potenziali guadagni e sulle strade da seguire per trovare sostegno economico.

Ogni progetto che si rispetti non può non possedere un adeguato Business Plan.

In cosa consiste questo termine? Si tratta di un documento che riporta tutte le caratteristiche progettuali imprenditoriali indispensabili quando si vuole ottenere un finanziamento.

Si può capire, quindi, l’estrema importanza che riveste questa preparazione allo sviluppo di una qualsiasi attività che richieda un investimento di capitale.

Piano economico di fattibilità del Business Plan

chiedendo un finanziamento è necessario anche presentare una lista approssimativa delle spese (quindi dell’ammontare del finanziamento) nonché un piano di rientro e di ammortizzazione delle spese stesse. Qualsiasi banca o società finanziaria richiederà una dettagliata documentazione.

Investimenti, bilancio e la parte economico-finanziaria nel business plan

Per quanto concerne la parte economico-finanziaria, questa è inerente agli investimenti e al bilancio societario.

Per semplificare possiamo dire che in questa parte va tradotto numericamente tutto ciò che è stato esposto nella parte descrittiva.

Ampio spazio perciò a prospetti, anch’essi intuitivi e di facile lettura, che guidino il lettore per mano fino alla fine. Attenzione però: il business plan è uno strumento di grande efficacia, ma è bene che i dati numerici siano veritieri in un determinato momento storico e che rispecchino fedelmente quanto è riportato nella prima parte del documento.

Solo così l’azienda avrà a disposizione un ottimo biglietto da visita e sarà capace di attrarre investitori. Due in questo caso i punti da tenere bene a mente e da esporre: i finanziamenti e gli schemi economico-finanziari.

Il primo punto riguarda le risorse che l’impresa ha intenzione di attivare per una crescita costanze della stessa oppure per riorganizzarla. Sono, insomma, le fonti di copertura. Il secondo punto comprende proiezioni sui risultati del periodo di riferimento, la valutazione della redditività ed eventualmente il fabbisogno di capitale.

Gli imprenditori di un’azienda devono rendersi conto dell’andamento del mercato attraverso l’analisi di mercato approfondita. Per questo motivo, prima di qualsiasi investimento o promozione del prodotto è bene effettuare un’analisi del mercato.

Pianificare nel Business plan la chiarezza sugli investimenti

Si passa così alla parte economico-finanziaria, più schematica, contenenti i numeri dell’azienda e con prospetti per puntare ancora sulla chiarezza.

Si parte con la situazione attuale e si procede con le previsioni nel breve e lungo periodo, per poi passare alle fonti di copertura.

Queste ultime sono importanti per capire dove ha intenzione di andare l’azienda e quanto lontano: a quali investimenti si sta pensando? E come si ha in mente di portarli a termine?

Questa parte del pianificare nel Business plan si chiude solitamente con i flussi di cassa e con altri due documenti: lo stato patrimoniale ed il conto economico.

Quando si decide di avviare una propria impresa, ci si deve occupare della pianificazione, di fare un programma delle azioni da intraprendere, insieme a un preciso studio del mercato e del territorio su cui insiste.

Business plan come strumento di pianificazione finanziaria

Il Business plan non è importante solo per ottenere un finanziamento ma è un documento che dovrebbe guidare l’azienda nelle proprie attività quasi quotidiane.

Attraverso un costante confronto con questo documento, i manager possono controllare se l’azienda sta procedendo rispettando la strategia e gli obiettivi che si era prefissata.

Si potranno così pianificare meglio le priorità, e seguirle in un ordine più definito, controllando date e scadenze.

Da non sottovalutare anche l’eventuale confronto dei dati finanziari con quelli stabiliti nel piano che consentiranno di prendere tutte le misure necessarie affinché non ci discosti troppo da esse.

Insomma il Business plan può fungere da promemoria dei punti più importanti che l’azienda deve seguire per mantenersi coerente con le strategie intraprese.

La redazione del business plan è fondamentale per qualsiasi startup, serve in primis al a chi lo redige e poi a eventuali finanziatori e partners utili allo sviluppo dell’idea imprenditoriale.

Per avere successo si devono curare la forma e i contenuti ed è per questo che si deve seguire uno schema preciso.

Per agevolare i futuri imprenditori c’è un sistema ben strutturato di creare un Business plan in 7 passaggi

Si tratta di una scaletta da riportare nel documento, mettendo i contenuti a ogni voce indicata nel modello.

Si tratta dei punti essenziali per spiegare la propria proposta e per avere una chiara via da seguire per compiere ogni passaggio necessario alla creazione dell’impresa e al raggiungimento del successo.

business plan progetto: in questo articolo andremo a capire le basi di come funziona il progetto di business plan

Politiche sociali e partnership nel progetto di business plan

I lavoratori vanno resi partecipi degli obiettivi da raggiungere, perché vengano responsabilizzati maggiormente e si possa attuare il lavoro di squadra. Al tempo stesso si deve pianificare la collaborazione con professionisti e aziende che possano aiutare lo sviluppo dell’idea e fornire il necessario supporto tecnico.

progetto di Business Plan Operativo

vengono descritti con chiarezza i tempi, i modi e i luoghi dell’impresa. Si tratta del fulcro del Business Plan: spieghiamo in pratica cosa vogliamo fare, dove vogliamo localizzarci e quanto tempo occorre. Alcune voci possono sovrapporsi con altri paragrafi ovviamente.

Impatto del Business Plan

sezione, questa, estremamente sensibile. Non trascurate mai l’impatto sull’ambiente, oggigiorno bisogna fare i conti spesso con questa voce soprattutto se i progetti interessano zone ampie di campagna o vicine a centri abitati.

Queste sono alcune delle caratteristiche di un Business Plan e possiamo osservare come sia estremamente articolato. Ecco perché, a meno che non siate esperti del settore, è sempre meglio, lo ripetiamo, rivolgersi a un buon professionista. Il successo dell’obbiettivo finale (finanziamento) è strettamente connesso ad una precisa e convincente compilazione di questo documento.

Il business plan o documento di pianificazione di un’azienda è strutturato essenzialmente in due macro aree: l’area descrittiva e l’area economico-finanziaria.

Il piano fotografa la realtà dell’impresa e la imprime sia nel contesto ambientale sia nel momento storico e, allo stesso tempo, la proietta nel breve e nel lungo periodo attraverso analisi di fattibilità dal punto di vista economico-finanziario.

Il progetto spiegato semplice attraverso il business plan

Per pianificare nel Business plan, ovvero il documento che sintetizza un progetto imprenditoriale bisogna introdurre in modo vincente l’impresa e suddividere chiaramente le parti che compongono il documento (parte descrittiva e parte economico-finanziaria) permette di porre le basi per futuri investimenti e per delineare cosa fa la società, per chi e con quali obiettivi.

L’arte di saper pianificare nel Business plan sta proprio nel fatto che il documento potrà essere visionato dai clienti, dai probabili futuri imprenditori e dagli enti con cui l’azienda viene a contatto per la partecipazione a bandi e a gare d’appalto.

Per questo è fondamentale avere sempre a disposizione un business plan aggiornato e ben strutturato e per gli stessi motivi esso dovrebbe essere elaborato da un commercialista fidato con competenze sia descrittive sia analitiche.

Rischio business plan : in questo articolo andremo a capire le basi di come funziona il Rischio business plan

Rischio e guadagno Business Plan

si tratta di un altro punto fondamentale da non estromettere mai. Chiunque si esponga con un investimento deve essere chiaramente avvertito sia del presunto guadagno che dell’entità del rischio.

Definizione degli obiettivi business plan

Si definiscono gli obiettivi, chiarendo con precisione dove si vuole arrivare, cosa si vuole fare e chi si desidera raggiungere.

Si pensa alle eventuali partnership, si stabiliscono dei tempi e si fanno i conti con le spese, i potenziali guadagni e i finanziamenti ottenibili da investitori, sovvenzioni e prestiti.

Insomma, il business plan diventa la concretezza del sogno. Grazie al documento si mette nero su bianco che cosa si andrà a fare e il perché.

Dividere la scrittura del business plan in Due Macro Aree

La Prima, Descrittiva (O Qualitativa) La Seconda, Economico-Finanziaria (O Quantitativa).

Si Presentano Sommariamente L’impresa E La Finalità Che Si Intende Realizzare Tramite L’esercizio Della Stessa.Per La Parte Descrittiva Si Inizia Con Un Executive Summary, Una Specie Di Riassunto Di Tutto Il Documento.

Viene Fatta Una Panoramica Sintetica (Ma Allo Stesso Tempo Dai Toni Accattivanti) Di Tutto Ciò Che Riguarda L’azienda Nel Momento Presente E Su Un Piano Prospettico Di Media – Lunga Durata (Circa 3-5 Anni).

Gestione e organizzazione aziendale nel Business plan

Bisogna spiegare chi comporrà l’amministrazione e la direzione dell’impresa, quali saranno i vari ruoli e come si intende operare.

Business plan con un modello di marketing e finanziario

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le fasi del business plan

  • AREA PREMIUM
  • Industria 4.0
  • Smart Manufacturing
  • Esperti e Analisti
  • Servitization
  • Connected enterprise

Economia aziendale

Cosa è un business plan e a cosa serve

Proponiamo un’attenta e approfondita analisi di quello che è a tutti gli effetti un bilancio aziendale previsionale, indispensabile per avviare qualsiasi attività di finanziamento di una azienda per il lancio di nuovi prodotti o per la fase di start up

Pubblicato il 07 Giu 2021

business plan

Esistono diversi metodi a cui le PMI possono ricorrere per gestire in modo semplice e strategico i progetti di sviluppo e lancio di prodotti e servizi innovativi. L’ipotesi ideale, di autofinanziamento, non è quella che si riscontra nella stragrande maggioranza dei progetti che le PMI gestiscono. Diventa quindi necessario ricorrere a fonti di finanziamento esterne all’azienda , reperendo un finanziatore che sia disposto a prestare il denaro, o un investitore che creda nella bontà dell’idea e del piano di sviluppo, e sia quindi disposto a entrare nel progetto con un capitale di rischio. In ogni caso, è necessario sviluppare prima un business plan per l’azienda.

Indice degli argomenti

Cos’è il business plan

Il business plan può essere considerato a tutti gli effetti una sorta di bilancio aziendale previsionale che analizzi i risultati economico/finanziari di un prodotto/servizio [1] innovativo, sia che questo sia implementato da un’azienda già operativa, sia che il proponente, nel caso di business plan relativi ad una start-up, voglia creare da zero un’azienda per sviluppare e commercializzare tale prodotto. È evidente quindi che, basandosi su previsioni, il business plan sia tanto più credibile quanto più le ipotesi di base sono supportate da una adeguata prioritizzazione dei parametri di controllo e di successo del progetto, da una chiara definizione delle modalità di causa/effetto e, soprattutto, da una completa giustificazione e documentazione delle ipotesi utilizzate. Esistono tuttavia delle dinamiche “soft” che non possono essere trascurate nella presentazione di un business plan: come giustamente afferma la saggezza popolare, che non è possibile “chiedere all’oste se il vino è buono”, è naturale che l’investitore [2] nutra un naturale (e direi anche molto giustificato) sospetto nei confronti del proponente: è quest’ultimo a dover cercare di comprendere le dinamiche della negoziazione, se desidera aumentare la credibilità della propria proposta di investimento e fare in modo che sia preferita rispetto ad altre.

È altrettanto evidente che tali dinamiche diventano particolarmente rilevanti verso gli investitori: se nel caso dei finanziatori le garanzie sul debito, mettono il finanziatore in una relativa posizione di vantaggio negoziale, nel caso dell’investitore, che assume rischi simili e forse superiori a quelli del proponente, le posizioni negoziali delle parti sono più equilibrate. Per questo, il contenuto dell’articolo sarà incentrato soprattutto sulle negoziazioni con gli investitori, anche se una buona parte delle considerazioni si possono estendere ai finanziatori.

A grandi linee gli investitori che operano sul mercato italiano possono essere inclusi nelle seguenti tipologie:

  • Le banche , tradizionalmente quelle più conosciute ma anche quelle che da qualche anno sono diventate sempre più restie a concedere credito senza garanzie collaterali, ragione per cui sono state spesso criticate da Confindustria e dalla BCE;
  • Nel caso delle PMI una particolare forma di finanziatore è l’ Unione Europea , che incentiva lo sviluppo di progetti innovativi tramite accesso a fondi agevolati specifici – il programma POR-FERS – che è caratterizzato da costi competitivi e diversi vantaggi operativi.

Per quanto riguarda invece le tipologie di investitori, inserirei le seguenti tipologie:

  • Le società e i fondi di Venture Capital e le società di private equity. Sicuramente molto più diffusi nei paesi anglosassoni, ma che stanno prendendo lentamente piede anche in Italia come prestatori di capitale di rischio;
  • Gli investitori privati, detti anche poeticamente business angels , i quali dispongono di capitali propri ed agiscono spesso attraverso canali informali, più che attraverso canali istituzionali;
  • Un recentissimo ingresso nel mercato dei capitali di rischio deriva dal mondo dei social network web, sotto forma del cosiddetto crowdfunding , tradotto letteralmente “finanziamento di massa”, che sta acquisendo popolarità in Italia parallelamente alla diffusione dell’utilizzo di internet.

Mentre i finanziatori sono più interessati a garantire che il funzionamento dell’azienda produca flussi finanziari sufficienti a ripagare il debito (e in seconda battuta alle garanzie “collaterali” che il proponente può presentare), gli investitori sono interessati maggiormente a che l’azienda generi il valore più alto possibile. Tutte le categorie però hanno in comune la caratteristica comune di richiedere al proponente l’elaborazione di un piano operativo/finanziario che presenti in maniera chiara gli obiettivi e i risultati, ossia richiedono un business plan.

business plan

Perché scrivere un business plan

È importante scrivere il  business plan per rendere noti i motivi per cui l’impresa è stata creata; inoltre,  quali sono gli obiettivi dell’imprenditore e come intende perseguirli. Il business plan è uno strumento essenziale nelle relazioni dell’impresa con l’ambiente esterno, ossia finanziatori, banche, fornitori e soci, poiché tramite il business plan si attraggono le risorse economiche necessarie agli investimenti.

Il business plan è inoltre importante per l’imprenditore, gli azionisti e il management poiché riporta le strategie da adottare per il successo dell’azienda. Dai nuovi investimenti allo sviluppo di prodotti alternativi, alla collocazione dell’azienda su mercati esteri. Le linee dettate dal business plan rendono possibile pianificare l’impiego di risorse umane, beni strumentali, capitali, per capire se chiedere nuovi finanziamenti o cercare nuovi soci che possano investire.

Il “gioco” del business plan

In un precedente articolo, si parla dell’applicazione della teoria dei giochi al marketing e alla competizione fra aziende, suggerendo come in certi casi questo approccio porti a soluzioni sorprendenti. Anche in questo caso credo che la teoria dei giochi si possa applicare per comprendere le dinamiche negoziali relative alla presentazione di un business plan, appunto un “gioco” fra proponente e investitore.

Le strategie dei giocatori

Analizzando lo schema e le motivazioni del comportamento strategico di ciascun giocatore durante la negoziazione, si raggiunge velocemente la conclusione di trovarsi di fronte al più famoso dei giochi: quello del “dilemma del prigioniero”. Il proponente, presentando il business plan, ha interesse a concentrare l’attenzione dell’investitore sui benefici economici [3] del progetto, mentre l’attenzione dell’investitore è concentrata sui rischi relativi all’investimento. In questo scenario, i due giocatori hanno quindi obiettivi strategici diametralmente opposti:

  • da un lato il proponente – che possiede in generale maggiori informazioni sul mercato e sicuramente maggiori informazioni sul prodotto/servizio che sta proponendo (si parla in termini tecnici di “asimmetria informativa”) – è portato a trasferire all’investitore solamente le informazioni che lo inducano a considerare il progetto interessante e a dare il suo assenso al finanziamento. Il proponente è incentivato a “barare” (anche inconsciamente), cioè sia a presentare benefici maggiori rispetto a quelli da realmente possibili, sia a nascondere informazioni che potrebbero avere impatti negativi sui risultati.
  • d’altro canto l’investitore, ben sapendo che lo scenario incentiva il proponente a barare esagerando i benefici, a sua volta possiede un incentivo a “barare” in senso opposto in qualche modo “scontando” i risultati (questa volta consciamente) sulla base del suo giudizio sui reali benefici ottenibili. L’azione di barare del finanziatore si esprime in primo luogo contestando anche in modo strumentale qualsiasi ipotesi del proponente (anche quelle ritenute plausibili), sia simulando disinteresse nei confronti del progetto.

È questo il principale “scenario strategico” alla base di ogni business plan, che se analizzato con le tecniche della teoria dei giochi può fornire numerosi spunti di riflessione. Un primo passo è quello di analizzare l’ordine di gradimento della situazione di negoziazione per ciascun giocatore, ovvero il cosiddetto “payout”, assegnando a ciascun payout un valore decrescente. Consideriamo ad esempio il gradimento del proponente (ovviamente astenendoci da considerazioni etico/morali):

  • la situazione ideale per il proponente è che lui riesca a barare, mentre l’investitore/finanziatore sia sincero. In questo caso il proponente è facilitato nella negoziazione perché presenta benefici “incrementati”. A questa situazione è assegnato un payout massimo, ovvero 4.
  • il secondo risultato in ordine di gradimento è quello in cui nessuno dei giocatori bara e la negoziazione si basa sulle reali aspettative dei giocatori.
  • il terzo risultato è quello in cui i due negoziatori barano. In questo caso, quello più comune, entrambi i giocatori affrontano la negoziazione su posizioni non corrispondenti alle loro reali aspettative e di conseguenza è probabile che la negoziazione sia più conflittuale.
  • il risultato meno gradito per il proponente è quello in cui egli affronta la negoziazione con atteggiamento trasparente, ma si trova di fronte un investitore che presenta una posizione negoziale non del tutto rispondente alle sue aspettative, cioè bara. Il payout in questo caso è quello minimo, ovvero 1.

Ovviamente la posizione dell’investitore è simmetrica rispetto a quella del proponente. È possibile quindi costruire la tabella del gioco, dove il payout maggiore è indice di maggiore appetibilità del risultato. Il payout in nero rappresenta il payout “complessivo”, dato dalla somma dei payout dei singoli giocatori.

le fasi del business plan

Tabella 1 – il “gioco” del business plan

A qualcuno con qualche conoscenza di teoria dei giochi può essere evidente che siamo di fronte al classico “dilemma del prigioniero”: si ricava che l’equilibrio (di Nash) viene raggiunto quando entrambi i giocatori “barano”. Tuttavia, l’equilibrio non è ottimale, perché ciascun giocatore sa che il risultato migliore si otterrebbe nella negoziazione se nessuno dei due barasse, come evidenziato dal fatto che il payoff complessivo (in nero nella tabella) è quello minimo nell’equilibrio.

È importante sottolineare che quanto esplicitato dalla tabella va applicato alle dinamiche di negoziazione e non ai risultati della stessa: il porsi nella casella a payoff massimo comporta che la negoziazione sia facilitata e non che il business plan venga effettivamente recepito, dato che ciò dipende dai benefici oggettivi del progetto e non dalle dinamiche negoziali.

La soluzione del “dilemma”

La domanda che ci si pone è quindi: esiste in questo caso una “soluzione” al dilemma, ovvero un modo che porti i due contendenti verso la situazione ideale per la negoziazione (nessuno “bara”)? Purtroppo, in questo caso è difficile applicare le classiche soluzioni che fanno riferimento alla ripetizione del gioco all’infinito e alla costruzione di una reputazione reciproca, perché ciascun progetto, essendo presentato da proponenti diversi, si configura come negoziazione once-off non ripetibile [5] .

Inoltre, la soluzione al dilemma è complessa anche perché, in presenza di progetti innovativi, i giocatori basano le loro strategie su ipotesi molto incerte, ed è quindi difficile consciamente valutare in quale misura rispetto alla realtà il proponente ha sovrastimato il risultato, e il finanziatore a sua volta lo abbia scontato. In pratica, entrambi possono barare senza esserne consapevoli!

Diversi studi accademici di università e Business School hanno valutato il tasso medio di “esagerazione” dei risultati previsti rispetto a quelli realmente ottenuti, ed hanno ottenuto una sovrastima media pari al 30%. Tale parametro ha una valenza del tutto parziale, dato che è possibile calcolarlo solo su progetti effettivamente implementati (una minoranza del totale), ma può in ogni caso essere utile nel valutare criticamente le proprie ipotesi in fase di costruzione del business plan, segnalando alla controparte la propria propensione a non barare.

La teoria dei giochi dunque ci mostra che le possibilità di successo nel presentare un business plan non si basano esclusivamente sulla “sostanza”, ovvero su quanto fondate siano le ipotesi qualitative e quantitative su cui i risultati previsti si basano , ma che dipendono anche dalla capacità del proponente di comunicare, o come tecnicamente si dice, di “segnalare” alla controparte che si è disposti a uscire dalla posizione di equilibrio del dilemma del prigioniero, e di giocare nella casella “ottima” in cui i negoziatori agiscono in buona fede.

Il tema del “controllo”

Ancora prima di porsi il problema di come sviluppare un business plan di successo, a mio parere deve essere necessariamente svolta una analisi “introspettiva” delle motivazioni e dei valori del proponente. Sono infatti convinto che per affrontare nella maniera migliore lo stress della negoziazione con gli investitori è necessario che il proponente abbia ben chiaro cosa si vuole ottenere e quanto viceversa si sia effettivamente disposti a concedere. Troppo spesso si parte dal presupposto semplicistico che la posta in gioco sia da una parte l’importo del finanziamento, e dall’altra il rischio di impresa e il ritorno previsto: sono questi sicuramente parametri fondamentali, ma non è detto che siano gli unici e anzi, a volte, diventano secondari rispetto ad altri temi “esistenziali” che potrebbero ulteriormente complicare il dilemma.

Uno dei temi più importanti è invariabilmente il seguente: qual è il livello di controllo sul progetto che il proponente è disposto a rilasciare all’investitore in cambio del suo denaro? Fornendo le risorse finanziarie necessarie al progetto, è evidente che l’investitore richieda in cambio potere decisionale, ma questo è generalmente in contrasto con i valori del proponente che, da imprenditore, è tendenzialmente restio a delegare, e tende ad accentrare tutto il controllo su di sé. Ci si può quindi aspettare che il controllo possa diventare sin dai primi momenti della negoziazione uno degli aspetti cruciali e se vogliamo potrebbe essere un “sotto-gioco” del dilemma principale: meglio dunque anticipare i tempi, e come si dice “estrarre il dente e il dolore”.

È bene allora prima di affrontare la negoziazione avere ben chiare le risposte alle seguenti questioni:

  • In merito alle quote della società, si è disposti a rilasciare una quota azionaria di controllo e a che “premio” rispetto a una semplice quota di partecipazione? La quota di controllo, se richiesta dall’investitore, segnala che fra i piani potrebbe esserci anche quello di acquisire l’intera azienda lasciando fuori il proponente. Quest’ultimo deve quindi avere chiaro quale sia il risultato negoziale ottimo, ed anche se la sua estromissione dal progetto rientri nel risultato minimo da lui accettabile (il cosiddetto BATNA – Best Alternative To Not Agreeing ) oppure no. Una eventuale richiesta della maggioranza di quote da parte dell’investitore rappresenta sicuramente uno dei fattori da definire nelle primissime fasi della negoziazione, decidendo se la risposta affermativa rientri all’interno del risultato negoziale minimo accettabile per il proponente.
  • Quali attività operative e di progetto si è disposti ad affidare a professionisti non scelti da noi: in generale il finanziatore punterà alla scelta del direttore amministrativo e finanziario, che ha il controllo del denaro. Di solito questo combacia con l’obiettivo del proponente, più interessato al controllo dello sviluppo e del Sales. Occorre però aver chiaro che rilasciando la posizione di direttore amministrativo all’investitore (o a un suo fiduciario) ogni richiesta successiva di fondi sarà oggetto di uno scrutinio e di una (feroce) negoziazione interna.
  • È infine necessario che il proponente valuti in termini economici quale sia il valore minimo che intende estrarre per sé stesso dal progetto: in parole povere, deve valutare attentamente quale sia la sua retribuzione annua nel corso dell’investimento. Questo è uno dei più forti parametri che ha a disposizione per segnalare all’investitore il proprio coinvolgimento. Se da un lato è infatti evidente che è accettabile per il proponente estrarre un reddito adeguato (non tutti sono “ricchi di famiglia”), d’altro canto un RAL troppo elevato che il proponente riservi a sé stesso segnala all’investitore uno scarso coinvolgimento (gli americani lo chiamano “commitment”) ed un atteggiamento di “mordi e fuggi”, sicuramente non gradito.
  • Idealmente prima della presentazione del business plan, ma in ogni caso sin dai primi momenti della negoziazione, è opportuno che il proponente, segnalando la propria disponibilità ad uscire dal dilemma del prigioniero per evitare di trovarsi nella combinazione a lui più sfavorevole, verifichi la disponibilità della controparte ad uscire a propria volta dal dilemma del prigioniero. Il consiglio che posso dare è che il proponente faccia attenzione alle negoziazioni condotte da un team dell’investitore, affidate a persone presentate come consulenti o collaboratori, che potrebbero nascondere un “falso negoziatore” utilizzato per saggiare le intenzioni del proponente, mentre il reale negoziatore osserva defilato. Se percepite ciò, rispondete con le stesse armi, ossia mandate avanti un falso negoziatore e osservate attentamente quello che succede!

business plan

Struttura di un business plan

Come accennato, l’obiettivo principale è concentrare l’attenzione sui parametri “soft” della negoziazione, quindi quei parametri che aiutano a giungere preparati alla presentazione del business plan e a rispondere in maniera corretta alle inevitabili obiezioni degli investitori. Sono consigli derivati dalla mia esperienza di consulente, non limitate quindi a determinati progetti o settori, ma che possono essere applicate ad ampia casistica.

Il lettore interessato a conoscere maggiori dettagli sui parametri tecnici e contabili per impostare l’analisi può fare riferimento a una vasta letteratura: il mio consiglio, in questo caso è di selezionare un testo specifico per il settore a cui il progetto fa riferimento, perché se è vero che le metodologie di elaborazione di un business plan sono analoghe, è vero che il contenuto di un business plan, ad esempio i modelli predittivi del mercato, le tecniche di segmentazione, le tipologie di costi e ricavi, etc., sono fortemente legate al settore di riferimento: un business plan nel settore farmaceutico sarà sensibilmente diverso nei contenuti dal business plan relativo a microrobotica!

Come fare un business plan

Volendo comunque dare un’indicazione di massima delle sezioni di cui si compone un business plan includerei le seguenti:

Descrizione dell’azienda

Questa sezione è evidentemente molto diversa se il proponente ha già alle spalle un’azienda consolidata e il business plan è relativo allo sviluppo di un nuovo prodotto, rispetto a quella in cui il proponente vuole creare una “start-up”, cioè una nuova azienda il cui scopo sia portare sul mercato un nuovo prodotto o servizio.

Ai fini della negoziazione, infatti, nel primo caso la descrizione dell’azienda avrà come obiettivo principale quello di evidenziare le attuali capabilities e punti di forza, soprattutto dettagliando come tali capabilities possano sostenere lo sviluppo, la commercializzazione e il supporto del nuovo prodotto.

Nel caso della start-up, invece, l’enfasi di questa sezione è orientata soprattutto a dimostrare le capacità progettuali ed organizzative del proponente: è necessario che questa sezione faccia capire all’investitore (o al finanziatore) che il proponente non si è fermato a considerare solo le potenzialità della sua idea, ma che ha analizzato nel dettaglio tutta la catena di delivery dell’idea verso il mercato.

Oltre a descrivere quanto necessario ad implementare l’idea, è opportuno che questa sezione descriva le diverse funzioni (Human resource, Amministrazione, Commerciale, Post Vendita, Marketing etc.) necessarie all’azienda per il successo dell’intera impresa. Troppo spesso il proponente si focalizza sull’idea di prodotto e tralascia tutto il resto, classificandolo come un fastidioso “accessorio”!

Prodotto/mercato di riferimento

Questa sezione deve descrivere nel dettaglio non solo l’idea di prodotto che il proponente sta presentando al finanziatore o investitore, ma anche e forse soprattutto quali siano le caratteristiche innovative che ne fanno un unicum nel mercato: se vogliamo è la vetrina del prodotto/servizio, quella in cui il proponente deve parlare a persone, di solito sospettose, di quali siano “i bisogni” che il prodotto soddisfa e che quindi porteranno al successo del progetto. È abbastanza chiaro che questa è la sezione in cui il know-how del proponente può esprimersi al meglio, ma direi anche quella in cui una chiarezza di esposizione degli argomenti deve accompagnarsi ad un linguaggio che trasferisca “entusiasmo” alla controparte, orientandola favorevolmente alla negoziazione.

In questa parte inoltre deve essere descritta la metodologia che si utilizzerà nella determinazione del mercato di riferimento e quali iniziative si vogliono mettere in atto per aggredire tale mercato per raggiungere i volumi di vendita previsti nel Piano Economico Finanziario : in pratica un vero e proprio piano di marketing, per lo meno limitatamente al prodotto/servizio descritto.

Business plan

Video: Struttura del business plan – Hub Scuola

  • Nel seguito con prodotto si indicherà indifferentemente un prodotto o un servizio. ↑
  • Nel prosieguo, a meno che non sia specificato, considereremo finanziatore e investitore come sinonimi. ↑
  • L’avvento negli ultimi anni di concetti quali la finanza etica e il SROI (Social Return of Investments) ha portato sempre più business plan a introdurre benefici diversi da quelli puramente finanziari. Concetti quali sostenibilità, la promozione sociale, la decarbonizzazione etc., definiti tecnicamente parametri ESG, stanno sempre più entrando nelle decisioni degli investitori, ma ancora oggi tuttavia la grande maggioranza dei progetti delle PMI; con esclusione forse dei bandi di finanza agevolata Europea, sono focalizzati sul ritorno economico, cioè sull’NPV. ↑
  • La costruzione della credibilità derivante da giochi ripetuti può essere in qualche modo ottenuta affidando la negoziazioni a un consulente negoziale, il quale ottiene la credibilità da negoziazioni ripetute su progetti di diversi clienti. ↑

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Guido Zucchelli

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Business plan: definizione e linee guida

Cos'è un business plan, a cosa serve e come si compila di seguito le modalità di composizione, la struttura e le informazioni indispensabili da inserire in un piano di impresa..

Business plan: definizione e linee guida

Il business plan è un documento che serve a dare una definizione ad un determinato progetto d’impresa , individuando linee strategiche e obiettivi, e che permette di effettuare la pianificazione economica e finanziaria del progetto.

Il business plan può essere considerato uno strumento fondamentale per l’impresa , in particolare per la necessità che hanno gli imprenditori di avere sempre una maggiore consapevolezza degli approcci alla gestione e allo di sviluppo dell’impresa, in più il business plan è alla base della pianificazione strategica dell’impresa.

Con il business plan vengono simulate le dinamiche aziendali nel medio-lungo termine, ed è costituito da una serie di documenti atti a rappresentare un’idea imprenditoriale.

Il piano ha una funzione interna , che è quella di informare e guidare il management nei processi decisionali, e una funzione esterna , proponendo un progetto imprenditoriale ai terzi cercando di convincere in particolari gli operatori economici estranei all’impresa, sulla credibilità di un determinato business aziendale.

Il documento contiene un insieme di descrizioni (per esempio è descritto il business) di numeri (Stato patrimoniale, il conto economico ed il prospetto di tesoreria) e di analisi e riscontri tecnici, logici, qualitativi e quantitativi.

In un altro approfondimento ci siamo occupati dei 10 errori classici compiuti dalle imprese italiane quando ci si approccia al tema del business plan .

Cos’è un business plan e come si compila: composizione e struttura

Il business plan è articolato in sezioni che devono essere redatte con rigore ed efficacia comunicativa.

La sua preparazione è un lavoro complesso, e risente molto delle finalità per cui è redatto in quanto dovrà permettere:

  • all’imprenditore di valutare la validità della sua idea;
  • ai finanziatori esterni (rappresentati da istituti di credito, amministrazioni sovranazionali, nazionali e locali) di valutare la validità del progetto;
  • la valutazione del potenziale commerciale ed innovativo del progetto.

Non esiste un modello prestabilito di business plan, ma è possibile individuare dei requisiti minimi di forma e contenuto dai quali non si può prescindere.

Nella parte iniziale sarà necessario effettuare un riassunto per sintetizzare l’iniziativa, gli obiettivi, le strategie, i costi, i finanziamenti richiesti e l’uso che si intende fare degli stessi, e inoltre preferibile riportare in allegato le parti non strettamente attinenti (come informazioni di supporto) ed gli eventuali curricula dei soci.

Nella prima parte del business plan dovrà essere redatta una presentazione dell’impresa nella quale andranno riportate tutte le informazioni relative alla struttura societaria, all’oggetto sociale, all’organizzazione, al campo di attività e alle sue prospettive future.

Se l’impresa è una realtà già operativa è importante introdurre chi legge il documento alla sua storia (costituzione, modifiche dell’assetto societario, situazione economico finanziaria e tutti gli altri elementi che consentono di fornire un quadro complessivo dell’azienda) riportando ad esempio eventualmente eventi significativi del passato, come la realizzazione di precedenti progetti, i risultati conseguiti, ecc.

Per una nuova attività invece è opportuno riportare gli stadi di sviluppo dell’iniziativa in corso, le fasi che sono state completate, quelle ancora da completare o da avviare.

Relativamente al management si dovranno indicare i responsabili della gestione con le rispettive funzioni, i ruoli, le mansioni e le funzioni di controllo da essi svolti (funzione organizzativa), nonché la gestione dei meccanismi di coordinamento (funzione politica) all’interno dell’impresa e nei rapporti con l’esterno.

Il programma di business proposto, va descritto in maniera sintetica evidenziando ciò che si intende realizzare, l’ubicazione, e per grandi linee le spese preventivate.

È necessario indicare le ragioni produttive, commerciali ed economiche che hanno determinato la decisione dell’investimento, e gli effetti produttivi attesi a seguito della realizzazione dell’investimento.

Uno spazio dovrà essere riservato ai prodotti e/o servizio offerti , non limitandosi ad una semplice elencazione, ma l’attenzione deve spostarsi sulle utilità percepite dal consumatore e sull’analisi della capacità dei beni e servizi di soddisfare il bisogno del consumatore.

Business plan: il mercato di riferimento

La validità di qualsiasi progetto (nuovo o in ampliamento), in termini di potenzialità e prospettive, potrà essere compresa solo dopo un’attenta analisi del mercato di riferimento.

All’interno del mercato bisognerà individuare il target di consumatori a cui ci si rivolge, ovvero quel particolare segmento di domanda che individua un gruppo di potenziali acquirenti che possiedono caratteristiche simili.

Con riferimento alla domanda, l’ analisi di mercato dovrà, a seguito della identificazione del gruppo di clienti, concentrarsi sulla descrizione del processo di commercializzazione del prodotto/servizio e sulle modalità di formazione del prezzo, e con riferimento all’offerta si dovrà valutare l’esistenza di concorrenti già presenti o di potenziali nuovi concorrenti e il loro posizionamento sul mercato.

Andrà inoltre verificata l’esistenza delle barriere all’entrata come barriere legali, economiche, o tecnologiche.

Cos’è un business plan: organizzazione dei fattori produttivi e impatto ambientale

Relativamente all’organizzazione dei fattori produttivi, si dovrà descrivere il processo produttivo attuale e/o quello conseguente all’investimento proposto, dovranno essere riportati sia i fattori produttivi disponibili e quelli da acquisire.

Il programma di spesa deve essere dettagliato in maniera completa, riportando (ad esempio) anche le spese non agevolabili.

Altro aspetto riguarda l’impatto ambientale, e in merito andranno forniti tutti gli elementi necessari a identificare gli obblighi in materia, previsti dalle normative vigenti che derivano dall’esercizio dell’attività e dalla realizzazione del programma.

Business plan: le risorse finanziarie

Anche le risorse finanziarie con cui si prevede di sostenere l’attività proposta andranno indicate nel business plan effettuando una distinzione tra le fonti presenti all’interno (capitale sociale, utili e finanziamenti dei soci) e le fonti esterne (finanziamenti commerciali, debiti verso banche e istituti finanziari, mercati azionari ed obbligazionari, leasing, fondi pubblici ed agevolazioni finanziarie e/o fiscali da leggi speciali).

Per una corretta elaborazione del piano finanziario dell’impresa è dunque necessario individuare il giusto mix tra capitale proprio e quello di terzi.

Business plan: le strategie commerciali

Una parte del business plan sarà infine dedicata alla descrizione delle strategie commerciali che dovranno essere intraprese dall’impresa proponente, che dovrà individuare le leve del marketing (posizionamento del prodotto, sistema dei prezzi, canali distributivi, politica finanziaria, organizzazione commerciale, politica commerciale) che permettano all’impresa di conseguire un vantaggio competitivo.

Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Business plan: definizione e linee guida

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le fasi del business plan

Studio Livi

Come fare un business plan: 5 step da seguire (guida semplice)

Siamo abituati ad associare l’idea del business plan alle start up ma in realtà anche aziende già avviate hanno bisogno di fare il punto su nuovi progetti da implementare o valutare la redditività di fusioni o acquisizioni .

Vediamo nel dettaglio come fare un business plan , con linee guida semplici e i passaggi essenziali.

Cos’è il business plan

Il business plan è il progetto, nero su bianco , della tua attività imprenditoriale. È un documento da cui non si può prescindere per valutare la fattibilità dell’idea , i costi da sostenere, i possibili ricavi e le performance nel tempo.

Le voci contemplate in questo documento sono molteplici, come ad esempio:

  • il budget necessario
  • i competitor già presenti sul mercato
  • i punti di forza per differenziare l’attività
  • i tempi previsti per la sua realizzazione.

Insomma una rigorosa pianificazione dell’attività che si intende intraprendere, non solo per quanto riguarda la fase di avviamento ma anche per la strategia di medio e lungo periodo .

A cosa serve il business plan

Avviare una nuova attività imprenditoriale e mettersi in proprio è un percorso alquanto articolato , che va ben oltre le competenze tecniche necessarie per lavorare o il personale da impiegare.

Spesso molte attività non riescono a sopravvivere già al termine del proprio anno, proprio perché destabilizzate dai costi inattesi e sottostimati per lanciarsi sul mercato o da tante spese non preventivate per mantenerla nei primi mesi di vita.

Prestare la giusta attenzione al business plan , in fase iniziale, significa avere una visione reale di tutto ciò che si prospetta per il futuro, senza ritrovarsi spiazzati già dopo i primi investimenti .

Grazie al business plan , è possibile avere una descrizione dettagliata dell’attività e della sua fattibilità ma non solo.

Infatti un business plan realizzato a regola d’arte permette di pianificare nel tempo anche la strategia da seguire per la crescita e lo sviluppo dell’attività stessa. Questo passaggio è fondamentale in quanto consente anche di:

  • fissare degli obiettivi in termini temporali (senza procrastinare all’infinito, sprecando risorse)
  • monitorare i risultati ottenuti , prevedendo all’occorrenza inversioni di marcia o al contrario nuovi investimenti

Infine, proprio il business plan è essenziale per presentare il proprio progetto a potenziali investitori , nel caso di start up innovative ad esempio ma anche di fusioni e acquisizioni, per le aziende già affermate.

Come fare un business plan

La fase preparatoria, per redigere un business plan in maniera corretta ed efficace, è innanzitutto stilare un indice di tutti gli step da seguire.

Il sommario è importante per essere certi di avere una visione d’insieme del progetto, con tutte le informazioni, calcoli e statistiche che occorrono.

Proponiamo questo schema di business plan, suddiviso in due macro-aree e 5 step essenziali . Ognuno di questi dovrà contenere le caratteristiche specifiche di ogni singola attività, da valutare caso per caso, con la consulenza di un professionista esperto .

Parte descrittiva

Company description. È la descrizione dell’azienda, a partire dalla forma giuridica alla sede, dalle risorse umane al know-how, fino a illustrare i suoi punti di forza e gli obiettivi da perseguire.

Product description. Cosa propone l’azienda al mercato? Quale prodotto o servizio? In questa sezione si presentano i vantaggi derivanti dal suo utilizzo, le caratteristiche, eventuali fotografie, elemento differenziante sul mercato e via di seguito.

Analisi di mercato e strategia di marketing. Si tratta di uno step molto importante del business plan. Da una parte si individua il target della clientela, dall’altra si studiano i concorrenti, per capire come differenziarsi ( personal branding ). Un’efficace strategia di marketing servirà poi alla comunicazione di quel prodotto o servizio, alla sua promozione e al posizionamento di prezzo.

Parte numerica

Executive plan e struttura organizzativa. Un piano operativo è basilare per analizzare tutte le fasi di produzione del prodotto . Qui si mettono in preventivo i costi, il personale necessario, i fornitori e ovviamente si fissano gli obiettivi in termine di vendite e fatturato. Si definiscono anche i servizi complementari come l’assistenza post-vendita nonché l’intera organizzazione interna aziendale.

Piano finanziario. Ogni azienda che nasce deve poter contare su uno stato patrimoniale preventivo per tre anni . È questo il tempo fisiologico per far sì che l’azienda decolli, si affermi sul mercato e il business diventi profittevole. Il conto economico preventivo pertanto va redatto in maniera seria e attenta, proprio per conoscere costi fissi, variabili, di ammortamento e in genere tutte le uscite finanziarie ( flussi di cassa ) previste, a fronte ovviamente dei ricavi attesi.

Chi fa il business plan?

Sul web è possibile trovare tanti esempi di business plan o modelli standard su cui iniziare a ragionare, così da ricercare tutte le informazioni indispensabili alla compilazione di questo documento. Ma redigere un business plan professionale richiede tempo, ricerca e ottima organizzazione. Si tratta ovviamente di un lavoro che necessita competenze specifiche ma che saprà ricompensare nel tempo degli sforzi intrapresi.

Infine, per fare un business plan completo in ogni sua parte , ma soprattutto idoneo per richiedere finanziamenti o cercare investitori, è necessario allegare una serie di documenti come il curriculum vitae dell’imprenditore, le schede tecniche dei prodotti, tutti i dati di ricerche e indagini condotte, preventivi dei fornitori e via di seguito.

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Business Plan: le Fasi per la sua costruzione

  • Autore dell'articolo: Redazione
  • Articolo pubblicato: 21.03.2019
  • Categoria dell'articolo: Strategia & Controllo
  • Commenti dell'articolo: 0 commenti

Occorre premettere come l’elaborazione di un business plan si concretizza in un lungo ed articolato processo difficilmente standardizzabile.

Possono essere molteplici i motivi alla base della predisposizione di un business plan. Sicuramente l’avvio di un progetto imprenditoriale comporta inevitabilmente la costruzione di uno scenario previsionale. Ma non è questa l’unica circostanza in qui tale operazione possa rendersi necessaria. Qualsiasi realtà imprenditoriale che intende perseguire un determinato progetto strategico deve inevitabilmente procedere all’elaborazione di un piano economico-finanziario che possa scrivere e verificare la validità della propria scelta.

Il business plan è quel documento in cui vengono sintetizzate tutte le componenti di un determinato progetto imprenditoriale, sia in fase di start-up, che nelle fasi di sviluppo e consolidamento di un’impresa già presente sul mercato. Esso è composto da una serie di documenti qualitativi e quantitativi, che devono effettivamente riflettere l’idea imprenditoriale o la strategia d’impresa e rappresenta un moderno strumento di simulazione della dinamica aziendale nel breve-medio-lungo periodo. In esso vengono sintetizzate tutte le idee, i programmi e le iniziative che caratterizzano un progetto imprenditoriale o una determinata strategia.

Le finalità di un Business Plan

  • Pianificare e valutare le strategie d’impresa o un determinato progetto imprenditoriale;
  • Misurare e valutare le prestazioni e l’andamento della gestione aziendale nel corso di un arco temporale prospettico definito;
  • Individuare eventuali aree di rischio della gestione e dare la possibilità al management aziendale di intervenire per tempo;
  • Migliorare la comunicazione tra l’azienda ed i soggetti esterni, primi fra tutti istituti di credito ed altri enti finanziari.

Le caratteristiche che un Business Plan deve avere sono:

  • Chiarezza: tale requisito va inteso come semplicità di lettura e comprensibilità. Un buon business plan non è quello costruito in maniera troppo articolata, ma quello dove tutte le informazioni necessarie vengono illustrate con estrema semplicità ;
  • Completezza: questo principio va inteso in due direzioni. Completezza dell’ambito di riferimento del documento ( completezza sostanziale ) e completezza dei contenuti documentali ( completezza formale );
  • Affidabilità: tale documento è affidabile se e soltanto sono affidabili i procedimenti attraverso i quali avviene la formulazione delle ipotesi previsionali e la derivazione delle conclusioni;
  • Attendibilità: un business plan è attendibile quando il suo contenuto complessivo ed i suoi singoli elementi costitutivi risultano compatibili, coerenti e ragionevoli;
  • Neutralità: il business plan deve essere steso con criteri oggettivi e quindi non deve essere influenzato da obiettivi non dichiarati che il redattore o l’imprenditore voglia perseguire;
  • Trasparenza: nel business plan la trasparenza significa che deve essere possibile percorrere a ritroso ogni elaborazione del piano, dal risultato di sintesi al singolo elemento di analisi, inoltre ciascun dato elementare deve essere identificabile alla fonte .

Tale documento, deve essere altamente flessibile, nel senso di facilmente adattabile alle diverse finalità. Inoltre è importante come lo stesso documento debba essere costantemente aggiornato al variare o al modificarsi di una determinata ipotesi comportamentale contemplata dal piano stesso.

Problematiche nella redazione del Business Plan

Occorre tenere presente come in sede di predisposizione di un piano economico-patrimoniale-finanziario, l’imprenditore o il management aziendale, può andare molto spesso incontro a tutta una serie di difficoltà ed ostacoli di varia natura. Tra le problematiche di maggiore rilevanza quelle che richiedono un’estrema analisi sono rappresentate dalla scelta dell’orizzonte prospettico da utilizzare e dalla qualifica delle variabili comportamentali dell’azienda.

Per quanto riguarda la prima problematica va detto che non esiste una regola generale a cui attenersi per nella scelta dell’orizzonte temporale da considerare in sede d’impostazione di un business plan. In realtà la scelta del periodo previsionale dovrà essere opportunamente valutata tenendo conto di quelle che sono le reali finali che il piano viene a prefiggersi. In particolare, nella circostanza in cui l’obiettivo del piano sia quello di verificare ed analizzare gli impatti di una determinata scelta strategica aziendale.

Una seconda problematica di fondamentale importanza è quella correlata all’individuazione ed alla successiva quantificazione delle variabili comportamentali. Questa fase risulta essere la più importante e delicata, dal momento che un errore in tale contesto potrebbe compromettere la costruzione degli scenari prospettici. Bisogna tenere presente come la stima delle variabili previsionali non consiste in una semplice imputazione di dati, i valori che andranno attribuiti a ciascuna di esse scaturisce da tutta una serie di ragionamenti ed analisi collaterali, che devono essere condotte attentamente e accuratamente dal redattore del bilancio.

Le FASI più salienti che possono caratterizzare la procedura richiesta per l’elaborazione di un business plan possono riguardare i  seguenti aspetti:

  • Analisi qualitativa dell’azienda
  • Riclassificazione dei valori di bilancio
  • Analisi storica dei risultati aziendali
  • Analisi del mercato e dei competitors
  • Scelta delle variabili previsionali

In questo articolo si affrontano i primi 4 punti, mentre per le scelte delle variabili previsionali sarà dedicato un altro articolo.

ANALISI QUALITATIVA DELL’AZIENDA

In sede di predisposizione di un piano economico-finanziario non si può prescindere dall’effettuare un’analisi a livello qualitativo dell’azienda o del progetto imprenditoriale. In particolare, tale analisi deve rappresentare il primo passo per l’elaborazione di un buon business plan , a prescindere dalle finalità e dagli obiettivi che il piano viene a prefiggersi.

E’ sbagliato , quindi, focalizzare l’attenzione solo su un’analisi storica di tipo quantitativo. O addirittura procedere subito con la stima ed individuazione delle variabili comportamentali senza aver un’approfondita conoscenza delle caratteristiche e peculiarità dell’azienda e del settore in cui la stessa intenderà operare.

L’ analisi qualitativa viene svolta attraverso ripetuti colloqui ed incontri con l’imprenditore o il management aziendale e permette al redattore del piano di avere una conoscenza maggiormente approfondita su tutta una serie di aspetti inerenti l’azienda, quali:

  • Storia dell’azienda
  • Struttura societaria
  • Struttura organizzativa
  • Struttura commerciale
  • Attività e tipologia di prodotti venduti
  • Analisi degli impianti e macchinari in essere
  • Eventuali elementi caratteristici dell’attività (stagionalità, ciclicità, ecc.)
  • Rapporti con i soggetti terzi (istituti di credito, clienti, fornitori, fisco, ecc.)

Attraverso l’analisi di tutti questi elementi, il redattore del piano sarà in grado di conoscere tutta una serie di informazioni e notizie a lui sconosciute.

RICLASSIFICAZIONE DEI VALORI DI BILANCIO

La riclassificazione dei valori di bilancio rappresenta una fase estremamente laboriosa , ma allo stesso tempo molto importante e delicata. L’obiettivo principale di un processo di riclassificazione è quello di rielaborare i valori esposti nel bilancio d’esercizio in modo coerente ed omogeneo secondo determinati schemi di Conto Economico e Stato Patrimoniale.

Attraverso tale rielaborazione sarà possibile ottenere delle informazioni aggiuntive e maggiormente significative circa lo stato di salute dell’azienda, mediante l’individuazione di determinati indici e aggregati sia di natura economica che patrimoniale-finanziaria.

Il compito fondamentale che deve avere l’analista di bilancio o il redattore di un business plan è quello di individuare le caratteristiche e peculiarità dei singoli componenti di reddito delle poste patrimoniali, al fine di attribuirvi le dovute caratteristiche ed inserirli correttamente nello schema di riclassificazione prescelto .

Occorre tenere presente come in dottrina esistono molteplici schemi per la riclassificazione dei valori di bilancio sia per quanto riguarda il Conto Economico che lo Stato Patrimoniale, ciascuno dei quali con pregi e difetti. Non esiste uno schema di riclassificazione preferibile ad altri, ma l’utilizzo di uno rispetto ad un altro altro può essere dettato da ben specifiche motivazioni (finalità dell’analisi, tipologia di attività svolta, o altro ancora) .

ANALISI STORICA DEI RISULTATI AZIENDALI

Dopo aver completato la riclassificazione dei valori di bilancio si potrà passare alla fase relativa all’ analisi storica dei dati rielaborati. Per una maggiore interpretazione dei valori di bilancio riclassificati, sarebbe opportuno elaborare e prendere in considerazione anche schemi di riclassificazione in forma percentualizzata, soprattutto per quanto concerne l’aspetto economico.

Con questo modo, sarà possibile verificare l’incidenza di ciascuna tipologia e dei margini operativi sul fatturato. Occorre sottolineare come i valori percentualizzati siano maggiormente significativi rispetto a quelli assoluti, bisogna quantificare l’incidenza che i margini hanno sul fatturato per essere nella condizione di esprimere un giudizio in merito allo stato di salute aziendale.

Anche l’analisi dei margini operativi, come detto espressi in termini percentuali sul fatturato, e l’andamento di alcune tipologie di costi possono fornire indicazioni significative sul trend di sviluppo della realtà aziendale nel corso degli anni.

ANALISI DEL MERCATO E DEI COMPETITORS

L’analisi del mercato e della concorrenza si pone come specifico obiettivo quello di fornire all’imprenditore, al management aziendale ed al redattore del business plan tutte le informazioni di natura strategico-operativa sull’andamento del settore o nicchia di settore in cui l’impresa si trova ad operare e sui diretti concorrenti della stessa.

Soltanto attraverso la conoscenza di tali informazioni, infatti, sarà possibile intraprendere le opportune scelte strategiche aziendali ed impostare correttamente un piano economico-finanziario di breve o medio-lungo periodo.

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